la Repubblica, 25 gennaio 2018
Benetton punta al 2% di Generali ma l’obiettivo è salire ancora di più
Milano Edizione straordinaria a Trieste. La famiglia Benetton, attraverso la sua holding di partecipazioni industriali, avrebbe deciso di arrotondare la sua partecipazione su Generali sopra la quota del 2%.
Nell’ambito di un progetto più grande che è stato affidato a un nuovo corso di manager, i Benetton stanno ridisegnando tutta la geografia di un impero da 12 miliardi, che è stato fondato sul gruppo dei maglioni di Ponzano Veneto, e che si estende alle autostrade di Atlantia, agli Aeroporti di Roma, passando per gli Autogrill e che in futuro potrebbe avere un avamposto importante anche sulle assicurazioni. Se Atlantia e Autogrill stanno entrambe valutando acquisizioni all’estero, i Benetton starebbero pensando a come diversificare il proprio portafoglio di attività, su una grande realtà italiana con un profilo internazionale, capace di remunerare i suoi azionisti. Anche perché il colosso delle infrastrutture guidato Giovanni Castellucci già oggi rappresenta quasi il 60% del portafoglio del gruppo ed è destinato a pesare ancora di più se come tutti sperano, dovesse andare in porto l’acquisizione degli spagnoli di Abertis. Un anno fa la famiglia Benetton ha ridisegnato il suo assetto e la propria governance, e mentre Gilberto faceva un passo indietro dalla gestione di Edizione a favore del presidente Fabio Cerchiai – che peraltro ha un passato nelle assicurazioni – e dell’ad Marco Patuano, suo fratello Luciano e la sorella Giuliana tornavano a lavorare al rilancio della Benetton Group. Su mandato della famiglia veneta Cerchiai e Patuano hanno valuto diversi investimenti, tra cui quello nelle moto della Ducati e nei tappi della Guala Closures. Ma a fine dicembre, dopo che tutti i dossier, per motivi diversi, non erano andati a buon fine, a Ponzano si è tornati a guardare alle Generali, una partecipazione storica di Edizione, che si somma alla quota del 2,1% di Mediobanca, che di Trieste è il maggior azionista con il 13%. Peraltro la stessa Mediobanca è tenuta a vendere un 3% della sua partecipazione nel Leone e ha più volte dichiarato di volerlo fare a valori superiori a 17 euro e non lontani dalle attuali quotazioni del titolo (16,19 euro). È infatti difficile pensare che i Benetton si siano mossi su Generali senza interpellare Mediobanca, che peraltro li assiste da tempo su tanti dossier ( tra cui Atlantia- Abertis), e insieme alla quale hanno dato vita a Sintonia, un veicolo specializzato nelle infrastrutture italiane. Se infatti al momento Edizione avrebbe messo insieme un pacchetto rotondo ( vicino al 3%), fonti finanziarie riferiscono che la holding sarebbe disposta a impegnarsi di più, proponendosi come uno degli azionisti stabili di lungo periodo e affiancando altri imprenditori italiani come Leonardo Del Vecchio o Francesco Caltagirone, con cui i Benetton in passato hanno condiviso altre avventure imprenditoriali in Beni Stabili o in Grandi Stazioni.
Le grandi famiglie italiane hanno sempre amato l’investimento nelle assicurazioni, come gli Agnelli che usciti dalla porta di Toro (poi confluita in Generali) sono rientrati dalla finestra rilevando il terzo riassicuratore Usa Partner Re. Così i Benetton vorrebbero proporsi come un “buon compratore” di lungo termine a chi come Mediobanca, o la famiglia Boroli Drago, in passato ha lasciato capire di voler valorizzare parte della loro partecipazione in Generali.