la Repubblica, 25 gennaio 2018
Un cerchio magico per Di Maio, così è cominciato il dopo Grillo
ROMA Messaggi audio, telefonate, discussioni frenetiche in chat.
Luigi Di Maio, ieri, era tra Siena e Arezzo per la campagna elettorale, ma non ha interrotto per un attimo i contatti con i suoi luogotenenti sui territori. E con chi, nel quartier generale di via Piemonte 32, vicino a via Veneto, a Roma, sotto il logo nuovo di zecca “Di Maio presidente” sta spulciando nomi, curricula, documenti dei candidati esterni da presentare nei collegi uninominali.
Il giorno dopo la “separazione” dal blog di Beppe Grillo, la presa di distanza del garante dal Movimento che ha fondato, Di Maio continua il suo “rally” in giro per l’Italia negando dissidi, annunciando che – a febbraio – farà con il comico più di un comizio, incontrando imprenditori a Siena e «cittadini truffati» ad Arezzo.
Al suo fianco, ieri come da mesi, c’era il deputato toscano Alfonso Bonafede: avvocato, ha avuto il difficile compito di seguire i comuni del centro Italia e, dopo il disastro del caso Marra, i problemi di Roma. Il capo politico si fida di lui a tal punto da avergli affidato la stesura del nuovo codice etico, quello che nei desideri dei vertici metterà il Movimento al riparo da nuovi ricorsi. Così come si fida dell’altro emissario inviato in Campidoglio, Riccardo Fraccaro, deputato trentino (entrambi sono capilista nei listini e hanno la riconferma assicurata). Fraccaro, laureato in legge, considerato un patito della democrazia diretta, è passato dall’essere “responsabile contratti di una società di servizi energetici” a tenere i rapporti con Enel per Di Maio (che solo due giorni fa ha detto: «Il nostro governo non deve spaventare, vogliamo mettere insieme tutti gli apparati del Paese, il programma energetico lo abbiamo discusso anche con Eni ed Enel»).
Il lavoro di tessere rapporti e «cercare competenze», per usare una frase cara al nuovo capo politico del Movimento, è però affidato soprattutto al suo consigliere istituzionale Vincenzo Spadafora: il più riservato di tutti (dipendenti della Casaleggio a parte), disposto ad aprirsi solo per parlare di cinema o del suo passato come Garante per l’Infanzia, transitato dall’Udeur ai Verdi fino alla Margherita, con buone entrature in Vaticano, è colui che trova numeri, approfondisce rapporti, apre porte un tempo lontane. Dodici anni più di Di Maio, è nato ad Afragola, a soli 11 chilometri da Pomigliano d’Arco. Terra dei fuochi, quella da cui viene un altro fedelissimo: Dario De Falco, consigliere comunale a Pomigliano, amico del cuore del vicepresidente della Camera dagli anni del liceo, ora fisso al comitato elettorale.
Ma non sente solo i fedelissimi, il nuovo leader M5S, che ha assunto la guida del Movimento dopo aver stabilito una difficile pax interna.
A Rimini Roberto Fico non salì sul palco della sua incoronazione, non aveva gradito che la votazione per il candidato premier si fosse trasformata nella scelta di un “capo politico”. Adesso, i due si sentono ogni giorno. Tutti i parlamentari vicini a Fico sono stati ricandidati (anche se in passato erano finiti nel mirino) e guidano i rispettivi listini. Il leader degli ortodossi correrà anche all’uninominale, a Napoli, contro Paolo Siani, il fratello del giornalista ucciso dalla camorra.
A essere informato di tutto è ovviamente anche Davide Casaleggio, che sovrintende alla piattaforma Rousseau, centrale – almeno formalmente – nel “nuovo Movimento”. La tre giorni di scuola politica dello scorso week end a Pescara è stata dedicata in gran parte al funzionamento del sistema creato dalla Casaleggio e “donato” – come ama ripetere il figlio del guru – alla fondazione che fa da supporto tecnico al M5S (fondazione i cui organi sono per ora rappresentati solo da Davide Casaleggio, dal consigliere comunale di Bologna Max Bugani e dall’europarlamentare David Borrelli). Alle costole del candidato premier, Casaleggio junior ha messo il suo braccio destro, il diffidente Pietro Dettori, che aiuta i capi della comunicazione Rocco Casalino e Ilaria Loquenzi (un ufficio politico, più che un ufficio stampa). Ex ghost writer del blog di Beppe Grillo, Dettori è colui che – per la società milanese – si è occupato più di tutti del Movimento e delle sue evoluzioni, per poi essere “assunto” dall’associazione Rousseau.
A lavorare sulle liste degli uninominali, in questi giorni, sono anche le “le vedette” dei territori: l’ex consigliere regionale lombardo Stefano Buffagni, che ha accompagnato Di Maio nel giro al nord tra imprenditori e associazioni di categoria; la deputata torinese Laura Castelli, all’opera anche sulle coperture del programma (dovrebbero essere pronte oggi); Giancarlo Cancelleri, plenipotenziario in Sicilia ed esponente del comitato di garanzia con Vito Crimi e Roberta Lombardi. Ma non sono solo le liste, l’obiettivo di queste ore. C’è anche la squadra di governo, che Di Maio ha promesso di presentare a febbraio e per la quale sarebbe stato avvicinato l’ex rettore della Bocconi Guido Tabellini.