La Stampa, 25 gennaio 2018
Senza età. Nuova moto, infinito Valentino Rossi, 23 anni in sella e non sentirli
La storia infinita di Valentino non ha nessuna intenzione di trovare la sua conclusione. I capitoli si aggiungono l’uno dietro l’altro, quel ragazzino con i capelli lunghi color paglia che 23 anni fa si era affacciato al Motomondiale è diventato un uomo che ha riscritto la storia del motociclismo. «Fa un certo effetto pronunciare il numero 23, è quasi un peso, non avrei mai pensato di correre così a lungo. Dall’altra parte significa anche avere a disposizione un grande bagaglio di esperienza da sfruttare» rifletteva ieri a Madrid, officiando il rito della presentazione del team Yamaha. Nuovi colori, con il bianco a fare il paio con il classico blu, nuove speranze ma la stessa domanda per il Dottore: ha deciso quando smettere? «È una decina di anni che me lo chiedete, ormai non mi fa neanche più effetto sentirlo» rideva. I 39 anni suoneranno per lui fra un paio di settimane, ma il Peter Pan di Tavullia non ha ancora la voglia di cambiare vita.
Viñales firma fino al 2020
Yamaha ha già rinnovato fino al 2020 con Viñales («Mi trovo bene con la squadra e condividiamo gli stessi obiettivi, non c’era motivo per non firmare» ha commentato Maverick) e ora può permettersi di aspettare la decisione di Rossi. «Mi hanno lasciato tutte le porte aperte, accetterebbero qualsiasi mia scelta – ha raccontato il Dottore -, potrei firmare per due anni ma anche uno solo è fra le possibilità. Non abbiamo fretta, per ora aspetto». I test invernali da domenica in Malesia, per capire se la M1 ha risolto i guai patiti lo scorso anno e se tutto gira a dovere, «perché dalla mia esperienza, quello che succede in inverno poi si ripete nel corso della stagione». Rossi non ha voglia di restare per fare numero: se avrà la possibilità di vincere e divertirsi continuerà, altrimenti farà i suoi conti. L’obiettivo è salire sul podio, qualche vittoria, «se accadrà, allora la lotta per il titolo verrà da sé, ma non è un’ossessione».
L’esempio di Sainz
Sicuramente è il suo bersaglio, ciò che lo spinge ogni mattina ad alzarsi e fiondarsi in palestra o in moto ad allenarsi, quello che riempie la sua mente. «Dopo così tanti anni, sai cosa ti serve per essere competitivo, quanti e quali sforzi richiede. Allora ti fai sempre la stessa domanda: ho ancora la motivazione per riuscirci o è meglio guardare le gare dal divano? È questa la decisione che ho davanti» ha riassunto Valentino. Incrociando il suo sguardo, è difficile dubitare che quel fuoco sia ancora accesso. Il suo ritiro e la sua età sono così diventati un pretesto per scherzare. «Avete visto Sainz? Ha vinto la Dakar a 55 anni, allora c’è speranza anche per me – ha riso -. Magari la farò anch’io quando sarò più grande, o forse correrò altre gare in auto. Non lo so, sarà solo un divertimento, e non ci sto pensando». C’è un’altra stagione a occupare la sua mente, dal Giappone gli hanno detto che si ripartirà dalla moto 2016 per cancellare il passo falso dello scorso anno, che hanno lavorato su telaio ed elettronica. Neanche il Motomondiale forse è ancora pronto a vederlo andare via. «Ho corso tanto, ho vinto tanto e so di essere una parte importante di questo mondo. Quando smetterò, la MotoGp sarà un po’ diversa, ma andrà avanti comunque, con i suoi tifosi, i suoi piloti e tante belle gare». Per il momento bisognerà ancora fare i conti con il Dottore, alla caccia di quel 10° titolo che non sarà un’ossessione, ma sarebbe una dolcissima ciliegina sulla sua torta.