La Stampa, 25 gennaio 2018
Anche il Louvre a rischio. Parigi si prepara alla piena della Senna
Il traffico continua a scorrere intenso (e snervante come sempre) sui viali che sovrastano la Senna. Ma basta affacciarsi dai parapetti per rendersi conto che sotto la situazione non è affatto normale: gli argini del fiume, dove in genere si passeggia o si fa jogging, non ci sono più, sommersi dall’acqua fangosa della piena. Mentre i proprietari delle péniches, le chiatte utilizzate come ristoranti o come abitazioni, scrutano preoccupati gli ormeggi.
La città fa finta di nulla, ma è già in allerta per la piena. Ieri sera il livello del fiume (misurato sempre al ponte di Austerlitz) si attestava sopra i cinque metri, sfiorando ormai in serata i 5,4. Ma nuove piogge stanno arrivando dalla Manica. E oggi il livello dovrebbe salire ancora, fino a raggiungere il massimo sabato. Si prevedono a quel momento 6,2 metri, ancora di più dei 6,1 toccati nel giugno 2016, quando il fiume aveva già fatto paura. «La situazione è seria, ma non bisogna angosciarsi», ha sottolineato ieri Marc Mortureux, ministro della Transizione ecologica.
Tanti invocano proprio l’ecologia o meglio il riscaldamento climatico per capire quanto sta accadendo. Tra il primo dicembre 2017 e il 21 gennaio le precipitazioni a Parigi hanno toccato i 183 millimetri, come dire il doppio del normale e il secondo livello più alto (dopo quello dello stesso periodo tra il 1935 e il ’36) dal 1900 a questa parte. Va detto che a monte, rispetto alla capitale, esistono ormai quattro laghi che fungono da serbatoi per l’acqua, proprio per impedire o rallentare le piene. Nelle ultime settimane hanno ricevuto il doppio dell’acqua rispetto ai tempi normali, ma al momento attuale sono riempiti a quote ancora ragionevoli, tra il 72% e il 90%.
Una linea ferroviaria metropolitana, la Rer C, che costeggia la Senna e passa anche dalla torre Eiffel, è stata chiusa, almeno per il tratto che comprende le sette stazioni del tronco centrale. E lo rimarrà fino a mercoledì prossimo. Da ieri anche la linea 7 della metropolitana subisce ritardi e nelle stazioni vicino al fiume sono visibili sacchi di sabbia all’uscita dei convogli per frenare l’avanzata dell’acqua. Preoccupazione anche per i musei delle zone centrali. Il Louvre ha chiuso al pubblico, almeno fino a domenica, il livello più basso del suo famoso dipartimento delle arti islamiche. «Tutto per il momento è rimasto nelle vetrine – assicurava ieri sera la direzione – : non abbiamo ancora spostato nulla». Ma una decisione in questo senso potrebbe essere presa molto presto: nel giugno 2016, in sole 48 ore, 35mila opere furono spostate verso i piani più alti. Il museo d’Orsay resta aperto, ma sono state annullate certe iniziative.
Intanto i militari sono stati dislocati a Villeneuve-Saint-Georges, nella periferia est, dove le inondazioni sono iniziate. La situazione resta difficile anche per un altro fiume, la Marna, mentre a Strasburgo, fortunatamente si è avviato il deflusso delle acque del Reno, già in piena.