Il Sole 24 Ore, 25 gennaio 2018
I cinesi di Orient Hontai in corsa per la Serie A
Entro fine settimana le buste con gli eventuali rilanci dovranno essere consegnate. Ma se la trattativa privata per aggiudicare i diritti della serie A dovesse fallire l’obiettivo di superare il miliardo, la palla passerebbe probabilmente all’intermediario Mediapro che secondo le voci avrebbe offerto, in via preliminare, 990 milioni. Tutto il calcio italiano – dopo Inter e Milan – potrebbe diventare così un po’ più cinese, se a dare le carte sarà Mediapro e se ha ragione il sito spagnolo «El confidencial» che dà per imminente la firma dell’accordo per il passaggio del 54% della holding Imagina, che controlla Mediapro, al fondo di private equity cinese Orient Hontai Capital.
L’accordo in realtà era già stato annunciato a ottobre. Orient Hontai aveva accettato di riconoscere 850 milioni per la quota di controllo del gruppo che ha in mano i diritti del calcio spagnolo, valorizzando in tutto la holding la bellezza di 1,6 miliardi, pari a 10 volte l’Ebitda. Il fondo cinese era riuscito a ottenere l’esclusiva nei negoziati lo scorso mese di maggio, spiazzando – secondo quano riferiva la Reuters – altri pretendenti tra cui la francese Vivendi e la connazionale Wanda. A vendere tre azionisti: il gruppo di private equity spagnolo Torreal, che detiene il 23%, il broadcaster messicano Televisa, che ha il 19%, e uno dei soci fondatori, Gerard Romy che è in possesso di una quota del 12%. Secondo lo schema, gli altri due soci fondatori, Jaume Roures e Tatxo Benet, dovrebbero vincolare i rispettivi pacchetti del 12% ciascuno a un patto di sindacato con il partner cinese, mantenendo di fatto le redini operative del gruppo spagnolo, ma nel capitale dovrebbe restare anche il gruppo pubblicitario inglese Wpp. L’intesa resta però soggetta all’approvazione del Governo di Pechino, che ultimamente ha frenato le acquisizioni cinesi all’estero nel campo dello sport e dell’intrattenimento.
Ad ogni modo, se Mediapro scenderà in campo sulla serie A, si potranno riaffacciare al tavolo altri interlocutori, come Telecom, che hanno messo sul piatto solo un cip di presenza al primo giro. Tim ha offerto infatti 30 milioni per il pacchetto online, nettamente sotto la base d’asta di 160 milioni. Se l’asta si fosse chiusa, i diritti per trasmettere online sarebbero andati a Sky, che ha offerto 170 milioni (i 160 milioni di base più 10 milioni per l’Over the top). Una mossa quella della pay-tv satellitare interpretata più in chiave difensiva per sbarrare il passo a possibili nuovi player, che di business in senso stretto, visto che Sky potrebbe utilizzare solo l’internet tv Now tv.
Con il passaggio del dossier all’intermediario spagnolo, in predicato di diventare di proprietà cinese, le carte si rimescolerebbero un’altra volta e c’è chi non esclude che, se l’operazione andasse in porto, per far tornare i conti Mediapro possa sondare l’interesse a parte del pacchetto online anche degli altri operatori telefonici presenti in Italia. Non sembrerebbero esserci margini, in ogni caso, per un’offerta combinata tra Tim e Mediaset che, di suo, non pare essere disposta ad andare oltre i 200 milioni già offerti per il pacchetto digitale terrrestre (base d’asta 260 milioni), dato che il piano industriale contempla anche l’opzione senza calcio che comporterebbe un ridimensionamento dell’audience, ma anche la speranza di centrare finalmente il pareggio (di bilancio).