Il Messaggero, 24 gennaio 2018
Fox-Sky, stop dell’Antitrust inglese
LONDRA Darebbe troppo potere alla famiglia Murdoch «sull’opinione pubblica e sull’agenda politica»: l’acquisizione di Sky da parte di Fox, così com’è, non si può fare. È quanto ha stabilito l’autorità per la concorrenza britannica dopo aver esaminato da due punti di vista – pluralismo e rispetto degli standard di qualità – l’offerta da 11,7 miliardi di sterline, ossia circa 13,3 miliardi di euro, con cui 21st Century Fox punta a rilevare quel 61% di Sky che ancora non ha in portafoglio. Il giudizio della Cma, Competition and Markets Authority, è netto ma non senza appello, in quanto indica già alcuni possibili rimedi’: lo stop all’operazione, la cessione di Sky News o l’isolamento di quest’ultima rispetto all’influenza dei Murdoch.
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Inoltre la parola finale spetta al sottosegretario per la cultura e i media Matt Hancock, che si pronuncerà in primavera, dopo che il 1 maggio verrà pubblicato il rapporto finale della Cma sulla base di un periodo di consultazione pubblica e di ulteriori approfondimenti. L’operazione annunciata nel dicembre scorso, ossia la cessione alla Walt Disney degli asset di intrattenimento di Fox, inclusa la quota esistente in Sky o, nel caso, il controllo totale della società, rappresentano una soluzione nel lungo termine per limitare il potere del tycoon australiano Rupert Murdoch, ma nel breve periodo ci sono ancora troppi interrogativi. «È incerto se, quando e come l’operazione verrà completata», si legge nel comunicato con cui l’authority ha annunciato la sua decisione: «In quanto tale, l’analisi dell’acquisizione Fox/Sky non può essere presa in considerazione nella valutazione dell’operazione, ma le implicazioni dell’operazione Disney sono considerate nella serie dei possibili rimedi». Nella nota dell’autorità si legge anche «che il fatto che Fox assuma il pieno controllo di Sky non è nell’interesse pubblico per via di un problema di pluralismo dei media, ma non per una mancanza di impegno vero nel rispettare gli standard di trasmissione nel Regno Unito», e questo appare tutt’altro che scontato viste le polemiche degli ultimi anni sull’operato di News Corp nel Regno Unito e alcune accuse di molestie sessuali a Fox. La maniera in cui il governo di Theresa May gestirà la vicenda sarà oggetto di osservazioni attente, visto che nell’estate del 2011 i rapporti che il tycoon ottantaquattrenne Rupert Murdoch – che ha definito la Brexit una notizia «splendida» – ha intrattenuto negli anni con i primi ministri è stato al centro di un attento scrutinio dopo lo scandalo scoppiato con la scoperta delle pratiche giornalistiche aggressive in uso in alcuni tabloids del gruppo. Per contenere l’indignazione, ai tempi Murdoch fu costretto a vendere il suo fiore all’occhiello, News of the World, settimanale da 2,8 milioni di copie. Al momento Fox detiene circa il 39% di Sky e News Corp controlla il Times, il Sunday Times, Il Sun, il Sun on Sunday, i loro siti e una serie di stazioni radiofoniche tra cui TalkSport e radio Uk. Il Trust della famiglia Murdoch è il primo azionista di Fox e di News Corp, con il 39% delle azioni di ciascuna delle due società. Secondo l’autorità i giornali di casa Murdoch vengono «letti da circa un terzo della popolazione britannica e hanno una quota combinata del consumo di notizie da parte del pubblico significativamente maggiore di quella di tutti gli altri fornitori di notizie, con l’eccezione di Bbc e Itn». Fox si è detta «delusa» dalle conclusioni raggiunte dalla Cma, mentre Sky in passato aveva fatto sapere che in caso di stop all’operazione era pronta a chiudere Sky News per risolvere il problema dell’influenza politica. Una soluzione draconiana che difficilmente piacerà a qualcuno.