la Repubblica, 24 gennaio 2018
Gli intellettuali francesi contro Koons. «Non accettiamo la sua opera in regalo»
PARIGI Non è ancora stata installata nelle strade di Parigi ma la scultura di Jeff Koons è già contestata da un gruppo di intellettuali. L’artista americano aveva annunciato nel novembre 2016 di voler regalare Bouquet of Tulips in memoria delle vittime degli attentati. Il Comune di Parigi aveva accettato la proposta, promettendo di esporre l’imponente scultura – alta più di dodici metri – davanti al colonnato del Palais de Tokyo. È proprio il luogo che dovrebbe ospitare l’opera a far inorridire una parte del mondo culturale francese, tra cui il regista Olivier Assayas, l’ex ministro Frédéric Mitterrand e l’artista Christian Boltanski. «Una scelta opportunista e cinica» scrivono i firmatari dell’appello pubblicato lunedì su Libération con il titolo “No al regalo di Koons”. I promotori del testo sospettano che Koons voglia solo usare il ricordo degli attentati come pretesto per farsi pubblicità davanti a uno dei luoghi più frequentati dagli appassionati di arte. Il Palais de Tokyo non ha nessun nesso con il terrorismo, si trova infatti in un quartiere a ovest della città, molto lontano dal Bataclan e dai café colpiti nel novembre 2015.
La polemica scoppia adesso perché l’opera in bronzo, acciaio inossidabile e alluminio, è finita e l’installazione potrebbe avvenire già in primavera. Bouquet of Tulips rappresenta una mano che tiene alcuni tulipani di diversi colori.
Le grandi dimensioni, secondo i firmatari, rischiano di “deturpare” il piazzale davanti al Palais de Tokyo e la prospettiva che, attraverso il colonnato, porta lo sguardo fino alla Tour Eiffel.
Tutto il progetto darebbe inoltre un’eccessiva visibilità a un artista «simbolo di un’arte industriale, spettacolare e speculativa».
La sindaca di Parigi, Anne Hidalgo, aveva accolto con entusiasmo il regalo: «Il fatto che questo immenso artista – aveva commentato – decida di donare alla città l’idea originale di un’opera monumentale testimonia del legame tra la capitale e gli Stati Uniti».
Qualche mese dopo, l’assessore alla Cultura, Bruno Julliard, aveva moderato i toni. E alla fine era arrivata l’opposizione del direttore del Palais de Tokyo, Jean de Loisy.
Nel testo su Libération, i firmatari rimproverano al Comune anche di non aver indetto un bando, permettendo così ad altri artisti di proporre un’opera che possa ricordare le vittime del terrorismo. Non solo.
Già qualche mese fa, l’ex presidente del Centre Pompidou Foundation di Los Angeles, Robert M. Rubin, aveva sottolineato il cattivo gusto di donare solo il “concetto” dell’opera. «Koons ci offre dei fiori, ma siamo noi a dover pagare il vaso» ironizzava Rubin. Si è infatti scoperto che Koons non ha pagato la produzione della scultura, per un costo di 3 milioni di euro, finanziati da mecenati privati trovati dal suo gallerista.