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 2018  gennaio 24 Mercoledì calendario

Vivere senza banca: «Noi piccoli paesi vittime dei tagli»

CIVITELLA MARITTIMA Gina neanche ci prova. «Ho 90 anni, via. Pensa a tutto il mi’ figliolo», dice, gettando un’occhiata diffidente al bancomat. «Nessuno qui in paese lo sa usare», conferma un’altra anziana, accompagnata dalla figlia Susanna che già pensa a tutte le volte che la madre la chiamerà perché non riesce a prelevare il contante: «Io sono figlia unica», sospira. Dal 22 gennaio è chiusa la filiale del Monte dei Paschi di Siena di Civitella Marittima, frazione capoluogo del comune di Civitella Paganico, nel Grossetano, per via del piano di ristrutturazione della banca senese. È rimasto solo lo sportello automatico (ce n’è anche un altro, di Banca Tema), i correntisti sono stati trasferiti alla filiale di Paganico, che conta 1820 abitanti, mentre a Civitella Marittima (che, nonostante il nome, è a mezzora di auto dal mare) ce ne sono appena 830, dei quali circa la metà anziani, e ben 98 ultraottantenni. Sta succedendo in tutta Italia: tra la fine del 2009 e la fine del 2017 gli sportelli bancari sono passati da 34.036 a 29.027. Ristrutturazioni, crisi, ma anche la necessità di far quadrare i conti hanno portato gli istituti bancari a razionalizzare, sacrificando, spesso, i piccoli centri. Solo negli ultimi mesi, registrano le cronache locali, sono scesi in piazza i cittadini di Agello, piccola frazione di Magione (Pg), contro la chiusura della filiale Unicredit, quelli di Vigaravano Pieve (Ferrara) per scongiurare la chiusura dello sportello dell’ex Carife, di moltissimi piccoli comuni della Toscana (Regione penalizzata in particolare dalla ristrutturazione di Mps), e della Sardegna (per la ristrutturazione del Banco di Sardegna).
Le proteste hanno coinvolto anche l’Anci, perché per molti Comuni rimasti senza neanche una filiale diventa molto complicato gestire il servizio di tesoreria: «Mps si era aggiudicata la gestione della tesoreria comunale fino al 2019. – spiega il sindaco, Alessandra Biondi, che ha promosso una raccolta di firme per bloccare la chiusura – impegnandosi a svolgere il servizio nel capoluogo comunale. Io capisco le esigenze che hanno portato alla chiusura, ma penso che questo è un processo che si sarebbe potuto governare meglio, anche per la forte presenza di anziani per i quali è difficile accettare il cambiamento».
Cambiamento significa usare il bancomat, oppure andare in auto a Paganico, sette chilometri. «Io avevo anche aperto due libretti per i miei nipotini, due gemellini di quattro anni. – dice Olimpia, 85 anni – Verso qualcosa ogni volta che posso. Adesso dovrò utilizzare lo sportello automatico, ma non sono sicura di riuscirci. Ci proverò». L’unica ottantenne che dichiara serenamente di saper usare il bancomat è Anna: era la maestra del paese, ha imparato anche a usare il tablet.
Il danno è anche per i giovani: «Io lavoro soprattutto con i matrimoni – dice Lorella, la fioraia – però questo era l’unico sportello aperto per tre frazioni, quindi venivano in tanti, e magari compravano anche qualcosa».Piergianni è di Gallarate, ha deciso con la moglie di lasciare il lavoro agli Aeroporti di Milano, s’è trasferito a Civitella e ha aperto un bed&breakfast. Ai clienti dà la possibilità anche di fare trekking e di andare a cavallo. In questi giorni è a New York, a una fiera del turismo, per promuovere la sua attività: «Altro che raccolte di firme. Dovrebbero chiudere tutti i conti, e portare via i soldi, così la banca ci penserebbe due volte prima di chiudere lo sportello».
Nella frazione vicina, Casal di Pari, la filiale (sempre Mps) è chiusa da alcuni anni. A Civitella la posta è aperta tre volte a settimana, solo di mattina. L’ospedale più vicino è a Grosseto, ma ormai l’ambulanza cheveniva gestita dai volontari non può più essere utilizzata, perché la legge dispone che a bordo ci debba essere un medico. I volontari davano una mano agli anziani anche per fare spese nei paesi vicini, ma adesso sono diventati vecchi anche loro. La scuola media è stata chiusa moltissimi anni fa, la scuola elementare rimane aperta solo perché nel paese vivono molti extracomunitari, soprattutto albanesi. «Io qui mi trovo bene. – dice Aleks, 36 anni, una figlia di 11 – Mi occupo di ristrutturazioni, lavoro soprattutto a Grosseto ma per me non è un problema spostarmi». Anche la Chiesa ha ridotto i servizi: «C’è un solo prete per tre chiese – spiega Piero Cortecci, assessore al Turismo – quindi Gesù nasce a Casal di Pari alle 22, a Civitella alle 23 e a Paganico a mezzanotte». Lo scorso ottobre ha chiuso anche il distributore di benzina.
Il gruppo Pd alla Giunta regionale della Toscana ha presentato una mozione per chiedere al governo di «mettere in campo ogni iniziativa ritenuta idonea per salvaguardare la presenza degli istituti di credito nelle zone montane e marginali della Toscana». «Siamo tra Siena e Grosseto, e a un’ora da Firenze. – dice il sindaco – Eppure questi territori si stanno spopolando. É difficile trovare la motivazione per rimanere, avviare un’attività: la maggior parte preferisce lasciar perdere e andar via».