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 2018  gennaio 24 Mercoledì calendario

Dal «Vaffa-day» all’autopubblicità Beppe Grillo e il lungo addio a Casaleggio

È sempre lui. Perfino nell’atto materiale di cambiare vita per ricominciare dall’inizio c’è il suo marchio di fabbrica. Dove, articolo quinto dell’atto costitutivo della società Beppegrillo srl con sede in Genova, c’è scritto che “il capitale sociale di euro 10 viene conferito dall’unico socio Giuseppe Piero Grillo il quale dà atto di aver versato l’intero capitale sociale pari a euro 10, in contanti, a mani dell’amministratore unico testè nominato”. Ossia, il medesimo Giuseppe Piero Grillo. L’avesse raccontata su un palco, poteva assomigliare a una di quelle formidabili gag da comico spavaldo e ustionante, che sono state il suo trampolino di lancio.
«Questo qui è un farmaco antinfiammatorio. C’è scritto: raramente ha decorso fatale.
Ma come, raramente!?».
Che la strada non sia poi così diversa da quella di un tempo, lo dice un’occhiata al suo nuovo blog. Già l’overture: «Bene, grazie.
Inizia adesso un’avventura straordinaria di liberazione, di mente, di fantasia…». Le date del suo tour. Le analisi dei “cervelli”: Geoff Mulgan che parla dell’intelligenza collettiva o Robert Muggah che disserta a proposito della fragilità urbana.
L’appello per le startup “Inviami la tua idea via mail a info@beppegrillo.it”. E la pagine di Terrafutura con “la fiducia su internet” e “il dilemma etico applicato alle macchine”.
Riflessioni sulle tecnologie, magari più evolute rispetto a quelle di quando Grillo odiava il computer e lanciava anatemi contro i motori a scoppio. «Queste macchine che hanno la stessa tecnologia, sono tutte uguali, metti un litro di benzina, il 90 per cento va in calore e il 10 per cento in movimento.
E la chiamano automobile. È una stufa!» Ricordate? Il pubblico in platea si sganasciava dalle risate mentre Beppe raccontava dei 500 camion che andavano su e giù per l’Italia a portare ai milanesi l’acqua minerale di Roma e ai romani l’acqua minerale di Milano.
«A milleduecento euro al litro!», sbraitava lui. E tutti si spellavano le mani.
Qui, invece, non si applaude. Ogni cosa si può condividere, niente si può commentare. Dulcis in fundo, ecco la partita Iva. Non una parola sul MoVimento politico che Beppe Grillo ha tenuto a battesimo come il figlio prediletto. Non una parola su Luigi Di Maio, l’entusiasmo dei ragazzi dei meet up, l’orrore degli inceneritori. Non resta che un legame, i link al blog 5 stelle e a Rousseau. Come potrebbero non esserci, almeno quei link? Ma dopo tutti questi anni di scazzottate virtuali, insulti all’euro, scomuniche sui vaccini e qualche colonna infame con su i nomi dei giornalisti che «vi mangerei tutti per il gusto di vomitarvi» fa un certo effetto aprire una pagina web del comico politico (ex?) genovese senza essere investiti da un fiotto di livore per le malefatte degli amici di Matteo Renzi o di Silvio Berlusconi, che tanto «per me pari sono». Anche se va detto che quando Renzi ancora non c’era, Grillo non risparmiava di certo Berlusconi: «È Cavaliere del lavoro ma dovrebbe essere chiamato Cavaliere dell’Apocalisse. Ma come fa uno a fare 4 mila miliardi di debiti? Io dovevo trecentomila lire a uno, mi dormiva sul pianerottolo se non glieli davo...». Quanto ai giornalisti, lo diceva già un quarto di secolo fa che «quando cade un alpinista scrivono ‘Montagna assassina’, non ‘Alpinista pirla’».
Tuttavia il segnale vero che qualcosa, in fondo, è davvero cambiato a poche settimane dal voto più importante per i suoi discepoli, che ci credono davvero alla possibilità di governare, non è nel fatto che Beppe abbia sentito il bisogno di farsi un blog tutto suo.
O di tirare il fiato dopo aver tirato per tanti anni la carretta del MoVimento. Il segnale si trova in fondo alla pagina. Dove c’è scritto: “powered by happygrafic.com”.
Ma come? A gestire il sito personale di Beppe Grillo non è più la Casaleggio associati? La società dei suoi amici, il pensatoio che ha partorito le mosse più geniali del MoVimento 5 stelle, il quartier generale dei guru del Vaffa? Nossignori. Ci pensa una web agency, pensate un po’, di Roma. che conta fra i propri clienti anche l’Opera romana pellegrinaggi e il vicariato della capitale. Praticamente, il Vaticano. È nata per iniziativa di Caterina Monti nel 2004, proprio mentre a Milano Gianroberto Casaleggio fondava la sua azienda. E non c’è che una domanda, da farsi.
Sarebbe finita così, con un divorzio consensuale perfino nella tecnologia, se Gianroberto non fosse morto a neanche 62 anni? Di sicuro dopo quel tragico e imprevedibile evento la storia ha preso un’altra piega. Il passaggio di consegne da un padre visionario che immaginava per il 2054 un mondo governato da un unico ordine eletto dalla rete dopo una terza guerra mondiale a suo figlio Davide, un mago degli scacchi maniaco di sport estremi, ha fatto evidentemente venire al pettine un bel po’ di nodi. Di quale natura davvero siano, difficile dirlo. Ma al di là delle voci, delle chiacchiere e delle malignità, questo è il risultato.