Corriere della Sera, 24 gennaio 2018
Caccamo torna a Sanremo: non cambierò il cognome
Il kit poetico musicale dei perfetti innamorati (con tanto di sacchettino di semi, incluso nella confezione, da far germogliare). Potrebbe essere la definizione nel nuovo cd di Giovanni Caccamo che si intitola «Eterno» come il brano portato in gara a Sanremo, scritto dallo stesso Caccamo e Cheope (Alfredo Rapetti figlio di Mogol) e ben accolto da capitan Baglioni. Caccamo torna al Festival fra i big con un brano a cavallo fra pop e canzone d’autore nel quale si evoca «un mondo senza nebbia, un mondo senza rabbia» in una fuga d’amore immenso, blindato, senza incertezze.
«Il brano e un po’ tutto il disco – spiega Caccamo – nasce dalla frequentazione dei miei nonni che vivono a Modica (Ragusa). Hanno 80 anni. Ogni volta che vado a trovarli li ritrovo belli e innamorati come il primo giorno. Canto l’amore come salvezza dell’anima, l’amore che ci porterà fuori dal buio della crisi».
Altra canzone è «Bisogno di tutto», per chi l’amore non ce l’ha. Il malcapitato protagonista passa le sue giornate a contare le auto che traversano il paese. «Puoi fidarti di me» narra di un amore dove non c’è inganno né paura né incertezza. Un amore estremo fatto di purezza. «Ma l’amore – spiega – va alimentato, richiede pazienza, dedizione, perdono, fatica e gioia».
E qui entrano in scena i semi. Sì, un sacchetto di semi di zinnie che gli amanti sono invitati a seminare in vaso o terra piena e ad accudirli insieme. Una metafora sulla progettualità».
Fra i tanti amori non poteva mancare il più importante, quello verso Dio. «Così – riprende – ho pensato a una cover di un celebre, intenso brano di Giuni Russo “La sua figura” che completa il mosaico con quei meravigliosi versi come L’estate appassisce silenziosa».
L’album è diretto da Taketo Gohara (che da sempre produce Capossela) e arrangiato da Stefano Nanni e registrato negli studi di Abbey Road. Ciliegina sulla torta un megadisegno realizzato da Giovanni Robustelli con figure maschili e femminili fra nubi e bagliori che racconta le canzoni dell’album. «È un poster che aiuta l’ascolto di quello che io chiamo “Il cofanetto dell’anima”, perché è davvero un concept album sull’amore. Prendete la persona che amate, madre, moglie, sorella o amica e prendetevene cura, anche delle zinnie seminate».
La vita artistica di Caccamo è stata spesso in salita: «A un certo punto mi stoppavano per via del cognome. Secondo tutti dovevo cambiarlo. Io non mi sono dato per vinto e ho cominciato a testare le canzoni facendo concerti a domicilio. Poi l’incontro con Battiato che nel 2012 mi ha chiamato ad aprire i suoi concerti. E devo molto a Caterina Caselli che ha creduto in me».
Cosa la unisce a Battiato? «La curiosità nei confronti della vita, l’amore per il silenzio e la bellezza». Altro asso nella manica di Caccamo è la presenza, al suo fianco, nella serata dei duetti di venerdì, di Arisa. Trattandosi di un brano che narra la voglia di fuga di due innamorati vi sono momenti ideali allo sviluppo corale. E i duetti vistosi e ricchi d’enfasi a Sanremo pagano sempre.