Corriere della Sera, 24 gennaio 2018
Salario zero ma premio da 78 miliardi di dollari per il capo della Tesla
Niente stipendio per dieci anni, pur lavorando. Per chiunque sarebbe una follia; per il 46enne Elon Musk, visionario imprenditore multimiliardario già proprietario di Paypal e ora fondatore e al vertice di Tesla (oltre che della società SpaceX per le esplorazioni spaziali), è una scommessa da giocare, e che è certo di vincere.
Al termine dei dieci anni, se le cose in Tesla andranno secondo le previsioni di ricavi e margini, il valore di Borsa dovrebbe decuplicare a 650 miliardi di dollari, dagli attuali 59,3 miliardi. Gli obiettivi sono di arrivare a ricavi per 175 miliardi o a un utile di 14 miliardi, target considerati ambiziosi visto che Tesla ha registrato lo scorso anno ricavi per 11,7 miliardi di dollari. Se non succederà, Musk – che ha attualmente il 20% di Tesla – non prenderà nulla: è una clausola di stock option «o tutto o niente», quella proposta dal board del gruppo e che deve essere ancora approvata dall’assemblea dei soci previsto per fine marzo. Se invece il ceo riuscirà a centrare tutti gli obiettivi, otterrà il 12% del gruppo, che varrebbe 78 miliardi di dollari. Il primo traguardo è fissato a quota 100 miliardi di dollari. Poi si avanzerà a balzi di 50 miliardi: quindi 150, 200, 250 miliardi e così via fino al traguardo finale. D’altronde Musk ha già centrato il vecchio piano di stock option che puntava a raggiungere entro il 2022 un valore di Borsa di 43 miliardi.
In cambio Musk si impegna a restare come capo azienda – o comunque alla presidenza e alla guida dello sviluppo dei prodotti – di Tesla per altri dieci anni. Obiettivo a breve è recuperare i ritardi legati alla produzione della nuova Model 3, la berlina «low cost». Poi c’è da far girare in utile il bilancio: l’ultimo trimestre ha chiuso in rosso per 619,3 milioni di dollari, e nei suoi quindici anni di attività non ha mai chiuso un solo anno in positivo. Non a caso i critici ieri evidenziavano che potrebbe trattarsi dell’ennesimo annuncio per tenere su il titolo, che ieri al Nasdaq ha guadagnato uno 0,5%. Ma i fan del visionario imprenditore credono al verbo di Musk, che nella carriera ha creato enormi successi pur avendo anche dovuto subire estromissioni dalla carica di ceo nelle sue precedenti aziende. In questo caso il timore era che il guru sudafricano, naturalizzato canadese e poi dal 2002 cittadino americano, potesse lasciare per concentrarsi su SpaceX. Tesla ha invece bisogno di Musk per la sua strategia di espandersi nel segmento dei suv, nei camion e negli autobus. Sullo sfondo, la sfida dell’auto a guida autonoma e il car sharing.