Corriere della Sera, 24 gennaio 2018
Come nullità
Alle nove e quaranta di giovedì, l’infermiera savonese in pensione Mirella Ottonello scarica la frustrazione sui tasti del computer. Per la seconda volta in meno di un mese le hanno rinviato la visita di controllo al cuore. E anche a lei, che pure ci ha lavorato tutta una vita, sembra impossibile essere trattati dal sistema sanitario così. «Come nullità», scrive. Un’infermiera, una ex collega, ha appena telefonato dall’ospedale per informare in tono asettico che la visita è saltata. Il medico di turno è malato e il sostituto non si trova. La spiegazione deve esserle sembrata esauriente, tanto che ha messo subito giù. È stato il marito Luigi a prendere la chiamata e ad avvertire Mirella quando era già sulla porta. Era stata operata alla vigilia di Natale. Ma l’intervento al cuore richiedeva un secondo tempo, prima del quale avrebbe avuto bisogno di essere rassicurata come una persona e non trascurata come un nome su un indirizzario.
Alle nove e quarantaquattro Mirella schiaccia «invio» sulla tastiera e spedisce il suo urlo di dolore nel mondo parallelo del web. Ma la rabbia non si placa. Lei, ex infermiera, sta sperimentando una sensazione ben nota ai pazienti comuni: essere considerati dei numeri dal Moloch sanitario che finanziano con le loro tasse. «Come nullità». In un attimo la sua pagina Facebook si riempie di commenti solidali. Ma Mirella non riuscirà mai a leggerli. Il suo cuore trascurato ha ceduto per sempre. E noi si resta qui, attoniti. E anche un po’ stufi di tutta questa nullità.