La Stampa, 24 gennaio 2018
Pininfarina svilupperà a Torino l’auto elettrica di Mahindra
Pininfarina aiuterà il gruppo automobilistico indiano Mahindra (da cui è partecipata al 76%) a sviluppare nuovi veicoli stradali elettrici, curandone il design e l’aerodinamica. L’annuncio è stato dato ieri a Cambiano, alle porte di Torino, nella sede dell’azienda. Sui singoli progetti non sono stati forniti dettagli, con una vistosa eccezione: Pininfarina diventa da subito partner della stessa Mahindra in Formula E, cioè nella Formula 1 delle vetture elettriche, e la nuova auto da corsa nata da questa collaborazione è stata mostrata al pubblico, affiancata a un avveniristico modello Pininfarina a idrogeno.
Per il marchio italiano si tratta di un ingresso in Formula E dalla porta principale, perché Mahindra è la Ferrari delle auto elettriche: miete vittorie e nel campionato mondiale in corso, è in testa sia alla classifica costruttori sia a quella dei piloti (proprio un pilota della scuderia indiana era presente ieri all’incontro di Cambiano). La nuova vettura con il logo Pininfarina debutterà nel campionato che prende il via a fine 2018.
Ma che contributo potrà dare Pininfarina a una Mahindra elettrica già così lanciata? Pur essendo la vettura M5Electro di Mahindra Racing (effettivamente) iper-competitiva, gli ingegneri del gruppo indiano hanno studiato piani per migliorarne le prestazioni con la ricerca, la tecnologia digitale e il design di Pininfarina, in particolare grazie all’accesso della galleria del vento di Cambiano e al miglioramento dell’aerodinamica. Si dice sicuro dei risultati Ruzbeh Irani, presidente e «chief brand officer» del gruppo Mahindra: «Pininfarina e Mahindra vinceranno le sfide della nuova stagione».
Per l’azienda Pininfarina realizzare auto elettriche da corsa significa sviluppare due filoni della sua storia facendoli confluire in uno solo. Silvio Pietro Angori, amministratore delegato di Pininfarina, rivendica all’azienda torinese una tradizione in entrambi i settori: «In passato ci sono state Ferrari che correvano in Formula 1 con il logo Pininfarina. E quanto alle auto elettriche, la nostra competenza in quel mondo è vecchia di oltre quarant’anni. Già nel 1976 abbiamo disegnato la prima vettura elettrica con batteria al piombo, e una decina di anni fa abbiamo fatto un investimento con il gruppo francese Bolloré per Bluecar». Adesso, continua Angori, «la partnership con Mahindra sottolinea la passione di Pininfarina sia per le corse sia per le prestazioni automobilistiche ecocompatibili. Le nostre auto sono disegnate dal vento».
Accanto alla nuova Mahindra, ieri a Cambiano era esposta la H2 Speed, vettura sportiva a idrogeno che l’azienda pensa di produrre in serie limitata: «È fattibile», dice il presidente Paolo Pininfarina.
Nella sede di Cambiano si vedono altre cose interessanti. Per esempio c’è la Cisitalia 202 disegnata da Pininfarina ed esposta anche al Museum of Modern Art di New York. C’è una Ferrari del 1971 carrozzata Pininfarina che starebbe bene in un telefilm della serie «Attenti a quei due», con Roger Moore che la guida per le vie di Montecarlo. E se le Ferrari sono un sogno fuori portata per noi comuni mortali, qualcuno potrebbe ricordare di aver visto il papà, il nonno o uno zio al volante di un’Alfa Romeo spider degli Anni 60 uguale a quella firmata da Pininfarina ed esposta qui.