La Stampa, 24 gennaio 2018
Dica ventitré
Ieri è uscita un’agenzia Ansa degna di grande attenzione: «Calabria: con Berlusconi Italia centrale». Ci si è messo un po’ a realizzare che il verbo sottinteso è «torna» e che Calabria è Annagrazia, responsabile giovani di Forza Italia. Lì per lì era venuto il dubbio che si trattasse di un’innovativa promessa per risolvere la questione meridionale: trasferire le regioni del Sud al Centro, cominciando dalla Calabria. Non ci sarebbe stato niente di strano, una promessa come tante, se si considera che Berlusconi ha promesso una tassazione con aliquota unica al 23 per cento. Mica una cosetta che nasce alla mattina e muore alla sera: sono ventiquattro anni che frulla nella testa di Berlusconi. Cominciò a inizio 1994: aliquota unica al 33 per cento (come si vede, nel tempo le prospettive sono migliorate). Non se ne fece niente, ma nel 2001 tornò l’imperativo: non un’aliquota, ma due, 23 per cento fino a 200 mila euro, 33 per cento oltre. Non se ne fece niente. Ma perché ci si stava lavorando. Nel 2004 Berlusconi annunciò non un’aliquota, non due, ma tre: 23, 33 e 39 per cento. Non se ne fece niente, accidenti. Ma arrivò il 2010 e riecco le nostre aliquote, non più tre, ma di nuovo due: una al 23 e l’altra al 33 per cento. Non se ne fece niente, destino cinico, ma per fortuna siamo al 2018 e, come sapete, non tre, non due ma di nuovo una sola aliquota, appunto al 23 per cento. Comunque, in attesa dell’aliquota unica, ripensandoci non è niente male nemmeno la latitudine unica: con Berlusconi, la Calabria passa in Friuli.