ItaliaOggi, 24 gennaio 2018
Diritto & Rovescio
«Non ci sono le condizioni per un mio impegno elettorale per il 4 marzo». Così, con il suo stile da gran signore, Daniele Capezzone ha comunicato ieri che non è stato candidato dal centrodestra per le prossime elezioni. E ha fatto un bilancio: «Ho cercato di operare per difendere la dignità della buona politica, quella che ha idee, studia, si documenta e cerca di far discendere dai principi le proposte concrete», inoltre, «mi sono orientato costantemente, direi ossessivamente, nella direzione meno tasse-meno spesa-meno debito-meno pubblico e per l’allargamento, in ogni campo, della sfera della decisione individuale e privata rispetto a quella pubblica e collettiva». Adesso Capezzone si dedicherà a stimolare «una nuova generazione che cerca percorsi liberali e che, miracolosamente, li ha scoperti per vie carsiche e imprevedibili, nonostante la scuola, l’università e i main-stream media». Capezzone era (ed è) una risorsa. Ma non ha coltivato le clientele e quindi non porta in dote un bottino di voti. E inoltre parla un inglese perfetto che servirebbe all’Italia, ma non ai partiti italiani.