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 2018  gennaio 23 Martedì calendario

Come dilapidare una fortuna in 7 anni

Passino le case, i castelli, le auto di lusso, il jet personale, lo yacht e le isolette private. Passino pure il mausoleo su misura (perché tutto sommato un segno tangibile lo si vuole comunque lasciare anche dopo la dipartita finale), le opere d’arte, i gioielli e le collezioni uniche dei fumetti. Ma che cosa porti un milionario a spendere una fortuna in serpenti albini (in perfetta salute), teste mozzate di pigmei (ovviamente morti), coccodrilli, squali, polipi (questi ultimi rigorosamente vivi), bisognerebbe chiederlo a qualche psicologo. E al diretto interessato, Nicolas Cage, che oltre ad aver perso diverse proprietà deve al fisco statunitense ancora 6,3 milioni di dollari dei 14 richiesti. 
L’attore «meno espressivo di Hollywood», come lo definiscono da tempo i più maligni, potrebbe essere utilizzato come modello – da non seguire – sulla gestione del proprio patrimonio avendo sperperato in sette anni, secondo il Daily Mail, circa 150 milioni di dollari, non sempre in cose davvero sensate, tanto da essere diventato un protagonista bizzarro nella trasmissione «Le vite segrete dei super ricchi». Nato 54 anni fa come Nicolas Kim Coppola (è nipote del più famoso Francis Ford), Cage potrebbe essere definito un Fuori di testa (il suo film d’esordio, nel 1982) e di certo non uno Nato per vincere o un Family Man. Vista la sua gestione del denaro, meglio portarlo Via da Las Vegas (che gli ha però fatto incassare un premio Oscar) e possibilmente Fuori in 60 secondi. 
Il patrimonio dell’attore ora si aggira attorno ai 25 milioni di dollari e secondo l’emittente economica americana Cnbc «sta accettando ruoli a destra e a manca per pagare i suoi debiti». Lui accusa da tempo quello che era il gestore del suo patrimonio che però ha replicato spiegando che le difficoltà economiche sono soltanto il frutto delle scelte bizzarre dell’attore.
Negli anni Cage è arrivato a possedere una quindicina di ville, compresa quella dove viveva a Newport Beach (California) e valutata 25 milioni di dollari. Per nulla intimorito ha speso pure 3,4 milioni per prendersi l’edificio di Delphine LaLaurie, a New Orleans, diventato famoso perché si dice sia infestato di fantasmi. Così come ha acquistato due castelli in Gran Bretagna e Germania (per un totale di 12 milioni), due isole deserte nelle Bahamas (tre milioni), la Lamborghini Miura dello scià di Persia (450 mila dollari) e il primo numero del fumetto di Superman (150 mila).
Ma l’elenco degli acquisti «normali» si ferma qui. Poi inizia il capitolo follie. Come quella di far realizzare un mausoleo a forma di piramide alto oltre 2,7 metri dove alloggiare per l’eterno riposo. 
Certo, nulla in confronto all’acquisto delle teste di pigmei. O ai teschi dei dinosauri: uno di questi, appartenente al carnivoro tarbosauro, se l’è aggiudicato all’asta per 276 mila dollari, ma l’ha dovuto restituire al governo della Mongolia dal momento che era stato rubato anni prima. 
Non contento, Cage ha speso altri 150 mila dollari per un polpo, una cifra non pubblica per uno squalo e un coccodrillo, e circa 270 mila dollari per due cobra albini. Serpenti utilizzati per protezione (secondo il partito pro-Cage) o per pratiche sessuali (per i suoi detrattori).
Per carità, Cage è in ottima compagnia. Pamela Anderson – la star negli anni Novanta della serie «Baywatch» e ora tornata in primo piano per la storia d’amore con il fondatore di WikiLeaks Julian Assange – nel 2012 ha addirittura dichiarato bancarotta, tanti erano i soldi che doveva al fisco americano. Courtney Love s’è ritrovata con debiti milionari che l’hanno portata a vendere la sua abitazione e a cedere il 25% dei diritti sulla musica dei Nirvana, la band del suo amore Kurt Cobain. Un altro a «fallire» (nel 2006) è stato Wesley Snipes che per anni guadagnava soldi recitando nei film, ma non dichiarava nulla all’agenzia delle entrate Usa e per questo ha passato tre anni tra prigione e domiciliari. E che dire di Mike Tyson, pugile che con le sue vittorie e sponsorizzazioni ha guadagnato oltre 300 milioni di dollari, ma nel 2003 ha dovuto dichiarare bancarotta. Il pugile ha puntato il dito contro i suoi consulenti finanziari. E per fortuna, loro, non li ha presi a cazzotti.