Corriere della Sera, 23 gennaio 2018
La scia(rosa) del Giro
Un Giro nella storia (del Medio Oriente e d’Italia) che farà la storia (del ciclismo). Che la corsa rosa numero 101 non sarebbe stata uguale a nessun’altra che l’ha preceduta l’abbiamo capito quando la breaking news della Grande Partenza 2018 si è alzata sui pedali, per sprintare con la visiera del cappellino girata all’indietro verso il futuro. Via da Gerusalemme, in Israele, verso Roma (arrivo il 27 maggio) con una crono individuale che girerà intorno alle mura antiche della città. Eccola la primizia: mai un grande giro era partito fuori dai confini dell’Europa. Né il Tour de France né la Vuelta di Spagna. Sarà venerdì 4 maggio: una data da segnare sul calendario. Tre tappe in Israele, poi lo sbarco dei 176 (22 squadre da 8 corridori ciascuna) in Sicilia.
A 101 giorni dal Giro 101, i luoghi simbolo di questa festa mobile si sono illuminati di rosa. Una prova generale innescata da Gerusalemme, che ha acceso il suo ponte nell’ora di punta e poi il municipio di Tel Aviv, e culminata a Roma, in Piazza del Popolo, dove la fontana dei Quattro Leoni è diventata color confetto. In mezzo, lungo i 3.546,2 chilometri di strada che attraverseranno la penisola da Sud a Nord, le città sede di tappa (21 in totale) si sono date da fare. Dai 142 gradini della scalinata di Santa Maria del Monte a Caltagirone al Santuario della Madonna della Grotta a Praia a Mare, dal Castello visconteo di Abbiategrasso alla Rocca Flea di Gualdo Tadino, dalla campana dei Caduti di Rovereto alla Rocca Maggiore di Assisi, l’Italia si è illuminata d’immenso e di rosa, spianando la strada alla carovana del Giro. I comitati di tappa hanno usato faretti e gel speciali, addirittura fumogeni dove il livello della neve era troppo alto per consentire tecniche di illuminazione normali. A Prato Nevoso, in Piemonte, si sono accese di rosa le piste da sci. La Cima Coppi, piazzata ai 2.178 metri del Colle delle Finestre, è rimasta bianca: diventerà rosa il 25 maggio, quando la carovana si arrampicherà lassù. Sul Monte Zoncolan, primo tappone alpino del Giro 101, per la sesta volta sede di arrivo (la quinta salendo dal versante monstre di Ovaro), si è avventurata una spedizione su bici da ciclocross con gomme invernali, guidata dal campione del mondo Daniele Pontoni. Le tre gallerie che portano in vetta sono ancora occluse dalla neve. Il cartello dell’ultimo km, dove speriamo che il sardo Fabio Aru sprinti in faccia ai rivali («Quest’anno voglio vincere») incluso il britannico Froome, in attesa di giudizio dopo la positività, verrà piazzato appena fuori dell’ultimo tunnel. Usciti dalla galleria, mancheranno appena 500 metri al traguardo sulla montagna. E sette tappe all’arrivo – in rosa – a Roma.