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 2018  gennaio 19 Venerdì calendario

I delfini meritano la felicità. Non nuotate più con loro

I delfini suscitano simpatia, forse perché sembra sorridano sempre, espressione invece dovuta alla forma della loro bocca. Sono anche una una specie protetta e, per questo, tutelata dalla legge, anche se non tutti rinchiusi nei delfinari ne beneficiano. 
Anzi. Da oggi se la passeranno ancora peggio grazie al decreto del 20.12.2017 firmato dai ministri Galetti, Lorenzin e Martina, rispettivamente all’Ambiente e tutela del mare, alla Salute e all’Agricoltura, che consentirà a tutti di nuotare con i delfini nei delfinari, attività da sempre vietata. 
Immediata la protesta delle associazioni animaliste, a partire da Lav. «Fino a ieri l’Italia vantava una norma (6.12.2001 n. 469) per la tutela dei delfini in cattività tra le più complete in Europa, in linea con gli obblighi della direttiva Ue», fa sapere, «invece la nuova legge annulla il divieto al nuoto
con i delfini, consentendo al pubblico di strutture “in possesso della licenza di giardino zoologico” di nuotare nella loro stessa vasca per finalità di “educazione e sensibilizzazione del pubblico in materia
di conservazione della biodiversità con i delfini”». Ma, quella che sulle prime ha tutta la parvenza di «una forma di educazione del pubblico», nasconde invece, «preoccupanti interessi commerciali». 
IL DECRETO 
E curioso sembra anche l’aspetto contraddittorio del governo. «Lo stesso ministro Galletti rileva Lav aveva ribadito il divieto di questa pratica soltanto due anni fa», attraverso un altro decreto. Inoltre, «questa nuova misura va in controtendenza con quella appena adottata dal governo di cui fa egli parte, che ha introdotto una fondamentale legge che prevede il graduale superamento degli animali dai circhi, riconoscendo quindi la necessità di superare l’utilizzo degli animali negli spettacoli». Il caos, dunque, è servito. 
Contraria a questa nuova normativa si dice pure l’Enpa. «La legge modifica uno degli articoli fondamentali per la protezione degli animali. Accostare parole come educazione e sensibilizzazione a strutture di reclusione nelle quali gli animali vengono sfruttati a scopo di lucro, suscita indignazione», fa sapere l’Ente nazionale protezione animali. Che si chiede «quale sia il vero obiettivo di questo regalo ai delfinari, dove animali forzarti a vivere in condizioni innaturali devono subire la presenza di persone che nuotano con loro, magari in ridicoli spettacoli. A questo bisogna aggiungere i rischi di carattere igienico-sanitario, zoonosi (trasmissione di patologie da uomo ad animale) e l’enorme stress causato da spettacoli con musica ad alto volume». Da qui l’invito ai cittadini a «non recarsi in queste strutture». In prima linea anche il Movimento animalista di Michela Brambilla, la cui preoccupazione di sofferma sul fatto che in questo modo «si dà via libera ad un “servizio” che sarà offerto a pagamento, senza reale garanzia per la salute degli animali e delle persone, finora giustamente vietato come raccomandano tutti gli esperti del settore». 
L’EX MINISTRO 
Certo, dice l’ex ministro del governo Berlusconi, «non avevamo bisogno di questo, per sapere quale considerazione il governo “Renziloni” abbia per i diritti e il benessere degli animali. Rimedieremo noi, non appena possibile». 
Per l’associazione Marevivo «sarebbe davvero interessante sapere su quali basi scientifiche sarà possibile consentire ai visitatori l’accesso nelle vasche con i delfini, che in cattività non contribuiscono a educare e sensibilizzare il pubblico sulla conservazione della biodiversità marina». Infine Joan Gonzalvo, biologo marino esperto in delfini, spiega che «gli animali che i bimbi e pubblico vedono, non sono delfini, sono robot ridotti a clown. Per loro la piscina è un carcere e la musica alta negli spettacoli per i cetacei sono una vera e propria tortura». Senza contare che studi di eminenti psicologi internazionali provano che i circhi con animali e delfinari sono diseducativi per i bimbi. Insomma se per la nuova legge nuotare coi delfini negli acquari è «educare il pubblico», per le associazioni animaliste e gli esperti è vero il contrario. Che fare allora? Semplice: non andare a show dove vengo sfruttati animali come i circhi e i delfinari.