la Repubblica, 22 gennaio 2018
Voto a settembre, trattative a Natale e Governo a Pasqua?
• Perché il voto di ieri del Congresso della Spd (socialdemocrazia) tedesca era così importante?
Perché in ballo c’era la terza Grosse Koalition (Grande coalizione, in gergo “GroKo”), con Angela Merkel cancelliera, tra i due principali partiti tedeschi, e cioè la Cdu (cristianodemocratici) della stessa Merkel e la Spd guidata dall’ex presidente del Parlamento europeo Martin Schulz. Avesse vinto il “no” dei socialdemocratici alla “GroKo”, la Germania sarebbe ripiombata nell’instabilità aprendo principalmente due scenari: un complicato governo Merkel di minoranza oppure nuove elezioni, osteggiate dal presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier (anche lui di provenienza Spd).
• Qundi si può dire che sia già nata la terza Grande coalizione?
In realtà no, perché mancano ancora due passaggi cruciali: i nuovi negoziati, quelli formali, tra Cdu, Csu (il partito bavarese della Cdu guidata da Horst Seehofer) e Spd.
Successivamente, fra qualche settimana, circa 450mila iscritti Spd dovranno approvare la bozza finale di programma della nuova Grosse Koalition che uscirà da questi nuovi colloqui. Solo allora la terza “GroKo” sarà davvero nata, se tutto va bene per Pasqua.
• Ma non c’erano già stati i negoziati Cdu-Csu-Spd nelle settimane scorse? Perché devono rivedersi di nuovo, se allora avevano già trovato un accordo?
Perché quelli erano soltanto “colloqui esplorativi”, durante i quali Cdu, Csu e Spd hanno trovato un’intesa preliminare di 28 pagine. Ma non si trattava dei negoziati veri, che partiranno oggi stesso. La formazione di un governo di coalizione in Germania è molto rigorosa ed è necessario chiarire ogni dettaglio di un programma unitario.
• Perché una parte della Spd non voleva la Grosse Koalition?
Per varie ragioni, ma soprattutto per uscire dall’ombra della cancelliera Merkel, con la quale i socialdemocratici hanno governato otto degli ultimi 12 anni. Contrari erano soprattutto la nuova generazione (come il 28enne leader dei giovani socialisti Kevin Kuehnert) e le correnti più radicali, che chiedono un nuovo corso “identitario” della Spd. Il no alla GroKo, però, sarebbe stato molto rischioso perché i sondaggi nelle ultime settimane hanno evidenziato una possibile e ulteriore perdita di consensi per la Spd in caso di nuove elezioni dopo il disastroso 20,5% ottenuto alle elezioni di settembre, il peggior risultato della Spd dopo la Seconda guerra mondiale.