Corriere della Sera, 21 gennaio 2018
Omicidio Vassallo, tempo scaduto per i pm. Resterà senza colpevoli
Il mistero dura da sette anni e mezzo e, forse, durerà per sempre. Non si è scoperto chi, la sera del 5 settembre 2010, uccise Angelo Vassallo, il sindaco pescatore di Pollica, così chiamato per il suo hobby e per la vocazione ambientalista. Non si è scoperto nonostante le ipotesi, le indagini, le congetture, le verifiche, il prelievo a tappeto del Dna (94 campioni), le iscrizioni nel registro degli indagati e le successive archiviazioni.
Alla fine di febbraio scadrà l’ultima proroga delle indagini preliminari nei confronti di Bruno Humberto Damiani, oggi unico indagato, attivo negli ambienti dello spaccio ed entrato presto nel mirino degli investigatori. Sottoposto all’esame dello Stube per verificare la presenza sulle mani e sugli abiti di particelle di polvere da sparo, è risultato negativo. A meno di un clamoroso colpo di scena, gli inquirenti chiederanno per lui l’archiviazione delle accuse: si attende solo l’esito di una perizia balistica su una pistola. E sulla vicenda calerà (almeno per adesso) il sipario. L’archiviazione, in ogni caso, non esclude che il fascicolo possa essere riaperto in qualsiasi momento se ci saranno elementi nuovi.
Angelo Vassallo era sindaco di Pollica, Comune in provincia di Salerno la cui frazione più nota è Acciaroli. Ambientalista convinto, appassionato sostenitore della legalità, nell’estate del 2010 aveva ingaggiato una battaglia personale contro gli spacciatori di droga che avevano colonizzato la sua terra. Li cercava, li stanava con l’aiuto di giovani agenti della polizia municipale, non fidandosi, forse, di altri investigatori. Chissà quali interessi aveva calpestato. Fu assassinato con 9 colpi di pistola mentre, di sera, faceva rientro a casa in auto. Teneva il telefono in mano e abbassò il finestrino per parlare con la persona che lo avrebbe ucciso: fu l’ultima cosa che fece.
L’omicidio suscitò clamore e indignazione. La sua storia è diventata anche la trama di una fiction Rai, con Sergio Castellitto come protagonista.
Ma tutti gli sforzi fatti da allora per arrivare a un colpevole non hanno avuto esito. I fratelli di Angelo hanno dato vita a una fondazione per tenerne in vita la memoria e non si rassegnano a che il colpevole non sia più cercato. Hanno dubbi sull’inchiesta: si chiedono, per esempio, come mai la scena del crimine non sia stata preservata per garantire rilievi accurati e attendibili. Si battono come possono per la verità: hanno avviato una petizione online perché sia istituita una commissione parlamentare d’inchiesta, raccogliendo in pochi giorni 14 mila firme. Poiché mancano poche settimane alle elezioni, bisognerà attendere la prossima legislatura per vedere se la richiesta sarà accolta.
Il procuratore di Salerno Corrado Lembo, che coordina le indagini affidate ai pm Rosa Volpe e Leonardo Colamonici, non commenta la vicenda, ma lascia intendere che sul caso Vassallo l’attenzione non calerà.