Il Sole 24 Ore, 21 gennaio 2018
Sonda italiana da 120 milioni pronta a partire per Marte
Un progetto da 120 milioni di dollari per inviare una sonda tecnologica costituita da un drone e un apparecchio per l’analisi delle polveri su Marte. Si chiama Sms, Small mission to mars, ed è la nuova sfida che unisce università e società impegnate dell’aerospazio. Da Napoli a Cagliari, passando per Spagna ed Emirati arabi, dove si cercano finanziatori. Il progetto è stato presentato nei giorni scorsi a Roma nell’Ambasciata degli Emirati Arabi uniti. Tra i promotori: la società consortile Ali (Aerospace laboratory for innovative components), con sede nell’area industriale di Napoli, e un team di player industriali (tra questi il distretto aerospaziale della Sardegna, Dass). «L’uso di tale tecnologia e il progetto altamente miniaturizzato della sonda consentono di stimare l’investimento per la realizzazione della missione Sms in circa 120 milioni di dollari incluso il lancio – fanno sapere da Ali -. L’investimento, inferiore rispetto a quanto richiesto dalle altre missioni interplanetarie sin qui realizzate, potrà essere realizzato proprio grazie alla tecnologia Irene(Italian re-entry nacelle), e al know how maturato dai partner, con il riutilizzo intelligente di prodotti già sviluppati dagli stessi su altri programmi spaziali».
A finanziare lo studio, come chiarisce Francesco Punzo, responsabile programmi Ali, l’Agenzia spaziale europea Esa che nel 2016 «nell’ambito del Programma general study ha finanziato lo studio di fattibilità della missione, mentre le attività di sviluppo tecnologico di sottosistemi critici, stimati in circa 20 milioni di dollari sono stati sinora già parzialmente finanziati, per un valore di 12 milioni di dollari, nel’ambito di fondi nazionali italiani e comunitari». Non solo. «In corso – argomenta Punzo – ci sono le procedure per ottenere i finanziamenti, anche con collaborazioni (compresa quella con gli Emirati Arabi), per finanziare il progetto». La missione, come spiegano i tecnici, «prevede per la fase discendente sul pianeta rosso l’adozione dello scudo di protezione termica che utilizza la tecnologia di Irene (sviluppata e brevettata da Ali e finanziata dall’Agenzia spaziale italiana (Asi), dall’Esa, dal ministero per lo Sviluppo economico e dal centro italiano ricerche aerospaziali». Nello specifico, chiarisce Punzo «è una tecnologia italiana che utilizza un meccanismo di apertura dello scudo termico del lander nella modalità umbrella-like». Un sistema che contempla la possibilità del lander di trasportare piccoli payload scientifici e tecnologici. Tra questi, come rimarca Giacomo Cao, presidente del Dass Sardegna «rientra anche quello per la realizzazione di elementi strutturali sul suolo marziano il cui brevetto è di proprietà del Dass, come pure il necessario sistema di telecomunicazioni satellitari». A manifestare interesse per il progetto, come chiariscono i responsabili di Ali, anche la Nasa. Del progetto Sms si parlerà in occasione del meeting bilaterale tra Italia ed Emirati arabi previsto nei prossimi giorni ad Abu Dhabi.