Il Sole 24 Ore, 22 gennaio 2018
Il matrimonio è business: a Roma buyer da 35 paesi. Nei distretti degli abiti da sposa 22.408 imprese (+1,9%)
Nel film I l padre della sposa di Vincente Minnelli (1950), per tentare di abbattere le spese del matrimonio da favola della figlia, interpretata da Elizabeth Taylor, Spencer Tracy propone a lei e al fidanzato persino di scappare insieme. Quasi settant’anni dopo, nonostante il crollo del numero dei matrimoni, il business delle nozze è in ottima forma, come testimoniano anche le fiere dedicate al tema: nella stagione 2017-18 in Italia se ne contano circa 80, fra microsaloni di due giorni (anche in castelli medievali, come “MarryMe!” a Bolzano) o eventi da decine di migliaia di visitatori, come Roma Sposa, che insieme a Milano Sposi (dal 9 all’11 febbraio prossimi) e a Tutto Sposi di Napoli (20-28 ottobre) si contende il primato di più importante fiera nazionale del matrimonio, e che ha chiuso ieri i quattro giorni della sua 30esima edizione nella Nuvola di Fuksas, nuovo centro congressi all’Eur.
Anche se i nuovi dati sugli ingressi non sono ancora disponibili, per l’organizzatore Roma Fiere in circa 30mila hanno visitato ognuna delle ultime due edizioni, quella di gennaio 2017 e quella d’autunno, lo scorso ottobre: questa volta erano 300 le aziende a esporre le loro proposte, fra servizi di catering, centri estetici, noleggio auto, artigiani delle bomboniere e soprattutto atelier, che hanno organizzato 25 sfilate, di cui una con le creazioni degli studenti di sei istituti del Lazio. Accanto ai servizi più tradizionali, nei 7.500 mq della fiera c’era anche una “beauty zone” dove provare il make up più adatto, e cooking show per assaggiare “live” il menù da proporre agli invitati. In un tipo di fiera di solito puramente b2c, Roma Sposa ha inserito inoltre anche la “Borsa del matrimonio in Italia”, salone nel salone riservato agli operatori del settore, con buyer da 35 Paesi, interessati a un mercato, come quello italiano, nel quale il numero di aziende impegnate nel “wedding” è in aumento.
Secondo un’elaborazione della Camera di Commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi su dati Registro imprese e Istat, realizzata per Il Sole 24 Ore, fra 2016 e 2017 le imprese attive nei settori legati alla celebrazione delle nozze sono aumentate del 3,4%, per un totale di 56.692 attività, in aumento in tutte le regioni ad eccezione di Umbria e Valle d’Aosta. A crescere di più sono state le aziende organizzatrici di feste e cerimonie (+9,4%, per 1.631 imprese), anche se la gran parte del business è in mano alle aziende di abiti per l’occasione, 22.408 e in aumento dell’1,9%. La Campania è la regione leader con quasi 8.300 aziende, in aumento del 4,1%, seguita da Lombardia con circa 7mila (+3,2%) e Toscana (6.363, +5,6%).
L’evoluzione del settore, però, non è solo numerica: anche molti futuri sposi sono attenti a temi come la sostenibilità e il riuso, come dimostra il trend dei matrimoni “ecologici” e che coinvolgono più di una coppia. In questo senso, le suore di Santa Rita da Cascia sono all’avanguardia da tempo: fin dagli anni Cinquanta, infatti, gestiscono un centro di raccolta di abiti da sposa usati, messi a disposizione di chi non può o non vuole spendere migliaia di euro per un vestito che indosserà un giorno. Con buona pace delle fiere di oggi.