Il Sole 24 Ore, 22 gennaio 2018
Investire in Cina, la riforma della sanità apre nuove chance
La lotta alla povertà viene prima della riforma della Sanità, ma l’una non può fare a meno dell’altra.
Sha Wen, segretario del partito nella Contea di Butuo, nel Sichuan, risponde così a una domanda del Sole 24 ore in conferenza stampa allo State Council information office.
Una risposta politica che ribadisce, tuttavia, l’esigenza del Governo di migliorare le prestazioni sanitarie allargando la platea dei destinatari.
Nel 2017, infatti, la Cina ha accelerato non poco la messa a regime di una serie di strategie mirate, tra cui Health China 2030, con una serie di passi destinati a produrre i loro effetti già nel 2018 (si veda l’articolo in pagina).
Mats Harborn, presidente della Camera di commercio europea in Cina, considera tutto questo slancio «merito anche dell’opera di lobbying camerale, essenziale ad accelerare i tempi; fondamentale per noi è contrastare ogni forma nascosta di nazionalizzazione dell’industria del settore».
Insomma, niente salti indietro. Sul versante healthcare c’è stato un importante sforzo basato sulla cura della terza età, innovativa e sostenibile.
Il gruppo di lavoro della Camera di commercio italiana sul settore, che comprende una trentina di aziende con una specializzazione spiccata e un livello alto di tecnologia, lo scorso 13 dicembre a Xiacheng, distretto di Hangzhou, ha siglato con Hangzhou Xiacheng District Urban Construction Investment & development Group co. limited e Hangzhou health & elderly care service cooperation center (Hzhecs) un MoU in linea con il piano triennale d’azione adottato dai due Paesi l’11 giugno del 2014.
Il settore della salute è stato identificato come una delle cinque priorità della cooperazione bilaterale mentre, nel frattempo, l’ambasciata guidata da Ettore Sequi si è arricchita di un nuovo attaché proveniente dal ministero della Salute, Giusi Condorelli, una posizione necessaria a rendere più fluido il dialogo tra Italia e Cina sulla Sanità.
«Stiamo assistendo ad un sempre maggiore interesse da parte degli interlocutori locali sulla realizzazione congiunta di progetti pilota – dice Maria Santonastaso, responsabile Cina di Dedalus –, le barriere per le aziende italiane sono, tuttavia, ancora significative per noi, le aziende devono fare i conti con misure restrittive nella gestione dei dati sanitari, con lungaggini procedurali per la certificazione e l’autorizzazione di farmaci e dispositivi medici e, in generale, con un limitato accesso ai finanziamenti locali. L’approccio collaborativo e sistemico dimostrato ad Hangzhou, però, può essere vincente».
«In maniera non molto dissimile da quanto accaduto in altri settori – aggiunge Marco Gasparroni, ceo di Exprivia Cina – da qualche anno i cinesi hanno aperto le porte agli investimenti privati nel settore healthcare e questo apre molte opportunità sia per le cliniche e società di servizi healthcare estere, che possono ora operare sul mercato cinese direttamente o attraverso joint-venture, sia per le migliori imprese di macchinari e soluzioni avanzate, che ricevono rinnovato interesse da parte di investitori privati locali, non di rado outsider rispetto al settore. È quanto è accaduto recentemente ad Exprivia, contattata da un Fondo attivo nei settori consolidati dell’automotive e del real estate, per il disegno di soluzioni digitali avanzate di cartella clinica, diagnostica per immagini e smart health destinati a una nuova clinica che sarà un riferimento qualitativo nella provincia dell’Hebei».
C’è, infine, un versante nutrizionista, la Cina sta rispondendo all’attuale aumento del numero di persone obese e diabetiche in modo più coscienzioso di quanto non sia successo in altri Paesi. Conferma Lorenzo Gennari, responsabile nutrizionista di Ferrero, società che in Cina ha realizzato ingenti investimenti: «Nelle nuove linee guida nutrizionali varate l’anno scorso è stato mantenuto un approccio bilanciato, con un giusto focus sull’intera alimentazione e sull’attività fisica evitando, quindi, di concentrarsi sulla composizione dei singoli alimenti o sull’apporto di singoli nutrienti».