La Lettura, 21 gennaio 2018
Stelle a due velocità combinate: il computer modifica Newton
Le galassie, specie quelle a spirale con le lunghe braccia che sfumano nel buio, sembrano contraddire la terza legge di Keplero secondo cui la velocità delle stelle di cui sono formate è inversamente proporzionale alla distanza dal centro. «Invece quelle più lontane orbitano intorno al nucleo quasi alla stessa velocità delle più vicine», nota Francesco Sylos Labini dell’Istituto dei sistemi complessi del Cnr, che insieme al Laboratoire de Physique Nucléaire et de Hautes Energies francese ha prodotto una ricerca pubblicata sulla rivista «The Astrophysical Journal». La spiegazione avanzata in passato era che ciò accadesse per la presenza intorno alle grandi isole stellari della materia oscura, che le terrebbe insieme nonostante la loro rotazione capace di disperderle. Anche noi, sulla Terra, abitiamo ai confini della galassia a spirale Via Lattea. Per spiegare il fenomeno anomalo si è ipotizzato, appunto, che le galassie abbiano una massa superiore a quella calcolata guardando le stelle visibili. Sylos Labini e i colleghi francesi hanno simulato con i computer l’immane rotazione stellare teorizzando una spiegazione più completa. «Modificando la seconda legge di Newton (l’accelerazione di un corpo è direttamente proporzionale alla forza che agisce su di esso e inversamente proporzionale alla sua massa, ndr ) e introducendo una nuova costante si arriva a un risultato importante. Le braccia di una galassia sono formate dall’effetto combinato di due moti: la velocità radiale e quella circolare». La conferma si aspetta dalle indagini con il satellite Gaia dell’Esa europea che misura la posizione in cinque anni di un miliardo di astri.