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 2018  gennaio 20 Sabato calendario

Task force anti-migranti in Austria. Il ministro dell’ultradestra rafforza i controlli al Brennero

Una task force composta da forze speciali della polizia per rafforzare i controlli alle frontiere e bloccare l’ingresso di migranti nel Paese. A poco più di un mese dal suo insediamento, il nuovo e discusso governo austriaco di centro destra fa sul serio e inizia a mettere in pratica quanto ripetutamente ventilato nel corso della campagna elettorale.
In un’intervista rilasciata al quotidiano Tiroler Tageszeitung, il nuovo ministro degli Interni Herbert Kickl del partito di ultra-destra della Fpö ha annunciato l’istituzione di un corpo speciale composto inizialmente da 600 agenti «in grado di avviare entro pochissime ore» al Brennero e agli altri valichi di frontiera, quello che lui stesso definisce come il «management di confine» e di procedere all’identificazione capillare dei viaggiatori, di costruire degli sbarramenti e di bloccare l’eventuale ingresso nel Paese di immigrati sprovvisti di permesso. «Non ci sarà più un lasciapassare», ha tuonato il ministro, precisando che i preparativi per l’istituzione della task force (Grenzschutzeinheit, ovvero Unità di difesa delle frontiere) sono già partiti di comune accordo con gli alleati di governo del Partito Popolare Austriaco (Övp) del cancelliere Sebastian Kurz. L’intento di Herbert Kickl – l’ex autore dei discorsi del defunto leader dell’ultra destra Jörg Haider e considerato fra i più polemici e spietati apostoli dell’ideologia ultranazionalista e a tratti anche apertamente xenofoba del Fpö, è quello di scongiurare a tutti i costi il ripetersi di situazioni caotiche ed incontrollate come quelle verificatesi nell’estate del 2015, quando migliaia di profughi provenienti dalla Siria attraverso la rotta balcanica, hanno attraversato la Repubblica alpina per raggiungere la Germania. Anche se in realtà solo pochi di questi profughi si sono allora fermati in Austria per chiedere diritto di asilo politico, per Kickl si è trattato ugualmente di «un’invasione». E non è nemmeno un mistero che il fronte principale della nuova «Grenzschutzpolizei» alpina sarà quello del valico del Brennero e di tutti gli altri confini con l’Italia.
Già in passato i leader dell’ultradestra della Fpö e quelli del centro destra della Övp di Sebastian Kurz avevano fatto a gara nel tentativo di lanciare le proposte più polemiche e le minacce più aggressive all’indirizzo di Roma, rea secondo loro di non trattenere nel proprio Paese i profughi e di caricarli in modo incontrollato sui treni diretti al Brennero. Lo scorso mese di luglio, nel pieno della velenosissima campagna elettorale austriaca, l’allora ministro degli interno Wolfgang Slobotka (Övp) era arrivato a minacciare la chiusura della frontiera del Brennero e l’invio addirittura di carri armati per bloccare l’ingresso dei migranti. Una minaccia alla quale per settimane seguirono effettivamente controlli più massicci (anche se ancora sporadici e mirati) al più importante valico di frontiera fra il Nord e il Sud dell’Europa con conseguenti code lungo la A22 del Brennero.
Il nuovo governo austriaco fra i Popolari di centro della Övp e l’ultradestra dei «Liberali» della Fpö ha allarmato la comunità internazionale e viene «osservato a distanza» e con «particolare attenzione» dalla stessa Germania, come ha ribadito senza mezzi termini mercoledì scorso Angela Merkel ricevendo a Berlino il suo collega da Vienna Sebastian Kurz. «Giudicheremo il nuovo governo austriaco dai fatti», aveva ribadito la cancelliera tedesca, che nel corso della campagna elettorale in Austria era uno dei bersagli preferiti degli attacchi sferzati da Kurz e da Strache (il leader della Fpö ed attuale vicecancelliere) per via della sua politica di apertura ai profughi. A Berlino si teme che ora che la destra populista è passata dai palchi dei comizi alle poltrone di governo, l’Austria compia una forte virata a destra unendosi a livello europeo più ai Paesi del Gruppo di Visegrád (Polonia, Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca) che ai vecchi alleati delle democrazie occidentali e meridionali.