il Fatto Quotidiano, 20 gennaio 2018
Grane con Equitalia e sei vip? C’era la corsia preferenziale
Politici, giornalisti, professionisti. C’era un centralino ad Equitalia al quale non tutti potevano accedere. Ma il presidente della Ss Lazio Claudio Lotito, qualche ex senatore o l’ex ministro Paolo Cirino Pomicino, sì. Il numero magico era quello di Alessandro Migliaccio, direttore regionale Lazio Equitalia Sud, contattato da molti per parlare della propria situazione debitoria o di quella di altri. Nessun reato, sia chiaro, per nessuno dei nomi noti citati. Ma una possibilità sì: quella di telefonare ad un direttore regionale Equitalia ed evitare qualche fila allo sportello.
Migliaccio è stato condannato, con rito abbreviato, a 2 anni per abuso d’ufficio per una vicenda che ha coinvolto anche la sorella dell’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, Gabriella. Quest’ultima è stata rinviata a giudizio, anche lei per abuso d’ufficio, dopo aver messo in contatto un sua amica con Migliaccio. Con lei un’altra decina di persone, ma per fatti diversi, sono stati mandati a processo. Ed è in questo caso che il gip Paola Di Nicola, nel dispositivo del rinvio a giudizio, parla di “mercimonio della pubblica funzione”: “imprenditori, noti avvocati, professionisti, politici, appartenenti alle forze dell’ordine – scrive – tutti chiedevano ai vertici di Equitalia e ad impiegati infedeli per sè o per altri aiuti, benefici, autorizzazioni, rateizzazioni”.
Migliaccio, invece, è stato condannato in primo grado solo per la vicenda legata alla Alemanno. Non strappava cartelle esattoriali. A lui tanti si rivolgevano per conoscere le proprie posizioni in Equitalia. Scrive la Finanza: “Lotito e Migliaccio intrattengono numerosi contatti aventi ad oggetto posizioni debitorie verosimilmente a titolo personale e anche in qualità di presidente della Ss Lazio, gravata da un debito di oltre 100 milioni di euro con rateizzazione cinquantennale e rata annuale. Migliaccio riceve su presentazione di Lotito” tre persone “rispetto ai quali manifesta a Lotito il carattere superfluo di ulteriori garanzie: ‘no no, sempre senza garanzie da noi… – dice il direttore regionale – non vi preoccupate, se poi è persona sua ci mancherebbe altro… ce l’abbiamo la garanzia’”. Contattato dal Fatto, Lotito dice di non sapere chi sia Migliaccio: “È una situazione di cui io non sono a conoscenza”. E attacca.
Intercettate anche alcune telefonate con l’ex ministro Paolo Cirino Pomicino. Il 28 febbraio 2014, Migliaccio “dice all’ex ministro che gli ha girato via mail gli estratti conto e anticipa che si tratta di multe (…); dice che si occuperà personalmente di recuperarle i dettagli dei verbali. (…) Poi l’ex ministro parla di un’altra cartella di Equitalia (…), che sarebbe stata annullata in seguito a un ricorso al tribunale; l’ex ministro dice che sarebbe opportuno fornire al Comune di Roma le sentenze; anche in questo caso Migliaccio si mette a disposizione consigliando di scrivergli ‘un’autodichiarazione’ che poi lui girerà al Comune”. Pomicino spiega: “Parlavamo di multe. Tutti i contribuenti chiamano qualcuno di Equitalia”. Non tutti, in realtà.
L’ex senatore forzista Giorgio Costa “contatta Migliaccio in relazione al trasferimento” di un dipendente Equitalia. “Senatore illustrissimo, illustre senatore Costa. Come sta?” chiede il 18 gennaio 2014 il direttore. E l’ex senatore: “Ricordati, sempre sai, mo’ l’anno nuovo per quell’amico là”.
Costa spiega che si tratta di un ragazzo che lavorava in Equitalia e voleva essere trasferito da Roma a Lecce. Perchè lei se ne interessa? “Perchè ero senatore. È come se lei mi chiedesse una referenza. Noi diamo conforto spirituale”.
E ancora: l’ex senatore Pd Roberto Della Seta, scrive la Finanza, “sana la propria posizione debitoria con l’assistenza di Migliaccio” e gli chiede di ricevere il cugino “per esaminare la propria situazione, trovandosi nei panni di chi ‘vuole risolvere e non ci riesce’”. “C’era una possibilità di rottamare le cartelle – dice Della Seta – e chiesi a Migliaccio se la mia situazione era quelle comprese nella rottamazione. Mio cugino era nella mia stessa situazione”. Ma non tutti hanno questi accessi: “Questa è la realtà in Italia e non solo. Se lei vuole sapere se qualunque cittadino chiamando a questo signore avrebbe avuto un’appuntamento, io non so risponderle, ma è probabile di no”.