la Repubblica, 20 gennaio 2018
Seppi adesso urla l’aiuto dell’amore e la partita proibita
L’importante, adesso, è non dirgli che il britannico Edmund è avversario assolutamente battibile. Perché Andreas Seppi ha sempre dato il meglio quando non ha mai avuto nulla da perdere e ora, con i quarti di finale di un Grande Slam alla portata, che poi sono il suo tabù della carriera ( non c’è mai riuscito), potrebbe capitargli una ricaduta delle confusioni patite in passato.
Ripartiamo dal principio: un italiano ha scavallato la prima settimana agli Australian Open, in corso a Melbourne, battendo al quinto set il croato Ivo Karlovic dopo quasi quattro ore ( 6- 3, 7- 6, 6- 7, 6- 7, 9- 7) e qualificandosi per gli ottavi di finale. Andreas Seppi da Caldaro, il ragazzo che da juniores parlava solo tedesco perché così si usa dalle sue parti. Poi il tennis lo ha un po’ sprovincializzato, e lui ci ha anche divertiti con qualche memorabile vittoria, vedi Juan Carlos Ferrero ( ex n. 1 del mondo) nel 2005 in Coppa Davis a Torre del Greco e, dieci anni dopo, con lo scalpo di Roger Federer, proprio in Australia. A questi exploit non è però riuscito a dare continuità, almeno non quella che i tifosi si attendevano. Max Sartori, il coach di una vita, ha fatto tutto il possibile e ritiene che non ci siano rimpianti, a questo stadio della sua vita. «È pur sempre l’unico azzurro ad aver vinto un torneo su tutte le superfici». E ad oggi, 20 gennaio, Seppi è ancora imbattuto nel 2018, un anno che aveva iniziato con molte titubanze e un solo obiettivo: evitare l’uscita dai primi 100 del mondo. Possiamo già dire che per ora può ritenersi soddisfatto. In fondo è pur sempre alla 13ª stagione da pro (il mese prossimo compirà 34 anni) e, per sua stessa ammissione, le priorità della vita sono cambiate dopo il matrimonio con Michela, presente al torneo e supporter appassionata in tribuna. Lei lo ha cambiato, migliorandolo, rendendolo ulteriormente uomo di mondo. «Ha portato più vita: adesso mi piace uscire, e tutti mi dicono che il mio look è più decente».
L’amore ha migliorato anche il tennista, che ha scelto come sede della preparazione invernale gli Stati Uniti: Boulder, in Colorado. Non una scelta casuale, ma un test, coniugale e forse professionale, per un futuro trasferimento a fine carriera. «Non posso più pensare solo a me stesso, e mia moglie mi ha fatto giurare che quando chiuderò la carriera smetterò di viaggiare per il mondo a questi ritmi». Non allenerà, forse le racchette usciranno dalla sua casa. «Imparerò a fare un altro mestiere». Con i soli montepremi in fondo ha guadagnato una decina di milioni d’euro, potrà inventarsi qualcosa. «D’altronde sono un ragazzo semplice, diciamo che con i soldi non ho fatto danni».
Ma questo è il futuro, che il presente ha allontanato improvvisamente. Godersi l’attimo fuggente è molto meglio, e quell’urlo finale contro Karlovic, la gioia senza freni, potrebbe rivelarci l’affrancamento psicologico da ansie e dubbi tecnico- fisici ( anche i problemi all’anca) con i quali Seppi ha sempre dovuto convivere. Per anni è stato l’altro lato di Fognini: il ligure dark-tenebroso, il bolzanino acqua e sapone. «Quante ne ho dovute sentire, che ci facevamo la guerra o altro, oggi io e Fabio ci ridiamo su». Anche la Davis ha aiutato a fare gruppo, e a sorridere c’è anche capitan Barazzutti con il Giappone da affrontare a febbraio.