Corriere della Sera, 20 gennaio 2018
L’omaggio a Rossini secondo Michieletto. Cavalleria e il «muto». Il raro Fra Diavolo
Tradizione e rarità caratterizzano i cartelloni operistico e sinfonico del Teatro Massimo, convergendo nello spettacolo inaugurale firmato da Damiano Michieletto: il «Guglielmo Tell» è opera popolare «ma mancava a Palermo da sessant’anni e nella versione francese qui scelta non era mai stata rappresentata» spiega il direttore musicale Gabriele Ferro, che affronterà anche «Le nozze di Figaro» con la regia di Chiara Muti: «Ho diretto il Tell a Ginevra seguendo l’edizione critica con le revisioni e i tagli che Rossini apportò durante le prove. Ci sono prodromi romantici ma è un’opera neoclassica: costringe l’orchestra a un grande controllo – come il distacco con cui Rossini tratteggia gli umani sentimenti – ma anche a un grande slancio virtuosistico. Ostiche le parti solistiche e del coro, vero protagonista. Con Mozart invece proseguo il percorso iniziato con il”Ratto dal serraglio” e “Il Flauto magico”». Ne «I puritani» di Bellini debutterà come Elvira Nadine Sierra, già apprezzata Gilda alla Scala a fianco di Leo Nucci che qui aggiornerà il suo record come «Rigoletto»: il glorioso baritono ha ampiamente superato le 500 recite, ma sarà la prima volta con un regista hollywoodiano (John Turturro). Altro debutto ne «L’elisir d’amore» di Donizetti: sul podio del Massimo sale Min Chung, figlio del grande direttore Myung-Whun Chung. Chiuderà la stagione «La bohème» diretta da Daniel Oren, firmata da Mario Pontiggia e impreziosita dalla Mimì di Marina Rebeka. «Cavalleria rusticana» introduce la sezione delle rarità: il nuovo allestimento, con Sonia Ganassi nei panni di Santuzza, sarà affiancato dalla proiezione di «Rapsodia satanica», dove Ivan Ciampa dirigerà l’orchestra del Massimo nelle musiche composte da Mascagni per il film muto di Nino Oxilia. Titolo rarissimo, con la regia di Giorgio Barberio Corsetti e la direzione di Jonathan Stockhammer, è «Fra Diavolo» di Auber, le cui scene sono realizzate con la stampante 3D. Assieme ai tre balletti tra cui il «Don Chisciotte» di Minkus con la prima ballerina del Mariinskij di San Pietroburgo Olesja Novikova, completano il cartellone «La mano felice» di Schönberg e «Il Castello del principe Barbablù» di Bartók. Monumenti e rarità si alternano nei 12 concerti: Zubin Mehta dirige la «Messa da Requiem» di Verdi e Salvatore Punturo riscopre il seicentesco «Diluvio universale» del calabrese Michelangelo Falvetti, di Mozart Fabio Biondi affronta la «Messa K 427» e Ferro ne recupera le musiche di scena per «Thamos, König in Ägypten», accostandole a «L’arrivo dell’unicorno» del siciliano Francesco Pennisi. Il direttore musicale del Massimo sarà protagonista anche dei concerti inaugurale, con la «Lyrische Symphonie» di Zemlinsky («brano raro, l’ho inciso con la Bbc a Londra negli anni 70 e seguendo il tema dell’amore lo unisco al “Poème de l’extase” di Skrjabin») e conclusivo, con la «Seconda sinfonia» di Brahms e la «Rapsodia» di Aldo Clementi. Wayne Marshall è pianista e direttore nella «Nutcracker Suite» di Ellington e nel «Concerto in Fa» di Gershwin, Tan Dun presenta la sua «Passacaglia: Secret of Wind and Birds» concerto per smartphone e orchestra.