Il Messaggero, 20 gennaio 2018
Da W la Fisica alla Dc, tutti i simboli per queste elezioni
Al Viminale ieri pomeriggio si respirava il disincanto di chi ne ha già viste di tutti i colori. E dunque gli impeccabili funzionari addetti a ricevere i simboli elettorali non hanno fatto una piega di fronte alla resurrezione del mitico scudo crociato della DC consegnato da una delegazione di tre eleganti signori. Per il Ministero dell’Interno quel logo, adottato per la prima volta nel 1919 e barrato milioni di volte da generazioni di italiani, oggi è solo il simbolo N.24. Affisso nella bacheca un po’ sotto al N.15, l’esilarante e flessuoso W la Fisica, disegnato in bianco e nero da un signore che vive a Praga, il professor Mattia Butta, che intende presentarsi in Europa per strizzare l’occhiolino agli italiani residenti all’estero che non hanno lasciato a casa il senso dell’umorismo.
Ma la puntigliosità dei funzionari del Ministero dell’Interno è a prova di risata. Ieri hanno raccolto solo i primi 55 simboli e si aspettano di arrivare oltre quota 200 entro domani e dunque tutto deve essere in perfetto ordine. Per tre volte hanno fatto affiggere e staccare un simbolo dalla parete per una parentesi disegnata male.LA LITURGIA
Un’attenzione maniacale per una liturgia che in alcuni casi sconfina nel narcisismo, nella goliardia, nella banalissima voglia di essere citati da un giornale o di fornire munizioni al proprio blog. In altri rasenta l’allucinazione: su un simbolo c’è scritto Mov. Tecn. Naz. Pop. Pace, su un altro tre M Movimento Mamme nel Mondo.
Poi, immancabile, ecco spuntare l’abitudine, la tradizione. Non si capisce perché, visto che da anni la posizione dei simboli sulle schede viene sorteggiata, ma quando c’è da presentare i loghi i rappresentanti delle liste iniziano la fila ben prima del primo giorno di consegna.
Prima è da sempre la signora Mirella Cece, monarchica sfegatata e riconosciuta sacerdotessa della consegna dei simboli. Il suo è quello del Sacro Romano Impero Cattolico (SRIC) che però non troveremo sulle schede perché poi la signora Cece si guarda bene dal raccogliere le firme necessarie. «Sono monarchica e non posso correre per le elezioni di una Repubblica», è la tesi che già nelle politiche del 2013 la signora ha fornito a giornali e tv. Quest’anno però proprio il SRIC è stato il protagonista del primo colpo di scena delle politiche 2018 perché ha attraversato per secondo il portone del Viminale, battuto dalla lista Maie (Movimento Italiani all’estero) i cui rappresentanti hanno iniziato a sostare davanti al Viminale una settimana fa.
A parte questo brivido, ieri non sono emerse sorprese se non il fatto che alcuni partiti, come i 5Stelle e Insieme (formazione della coalizione del centrosinistra), hanno presentato più simboli simili. I primi per tutelarsi da sgambetti di chi avrebbe potuto sfruttare malevolmente la parola grillo, i secondi perché in Friuli useranno un logo in lingua slovena.
Del resto, ogni voto è sempre importante. Ma con la nuova legge elettorale proporzionale questo assioma vale di più, perché le liste che prenderanno meno dell’1% non saranno conteggiate, ma quelle che si collocheranno fra l’1 e il 3% concorreranno a produrre deputati e senatori se in coalizione con un grande partito. Se poi si supera il 3%, grosso modo un milione di voti, il piccolo partito potrà contare su una dozzina di parlamentari. E non sarà più solo un pezzo di carta colorata appiccicata in una bacheca.