Corriere della Sera, 20 gennaio 2018
I segreti di Sofia Goggia
«Il motore sta prendendo i giri e Sofia ha ancora ampi margini di miglioramento. La sua forza è la perseveranza». Parola di Damiano Scolari, allenatore e preparatore della Nazionale femminile di sci.
Dietro le quinte dei 96 secondi (e 45 centesimi) con cui la bergamasca ha domato l’Olympia: la giornata di una «leonessa della discesa» – così si chiamano fra loro le ragazze jet azzurre – è senza respiro. Sveglia all’alba, colazione studiata da un nutrizionista: «È il pasto più importante per uno sciatore: bisogna trovare l’equilibrio energetico giusto fra proteine, carboidrati etc. C’è chi usa prodotti bio», cyclette oppure corsa se «fuori non fanno -2 C°», palestra e addominali. «Un giorno prima della gara salti e pesi leggeri per riattivare i muscoli e, dopo la competizione, un’ora di atletica e poi fisioterapia. Ogni atleta ha un allenamento personalizzato, Sofia oggi ha preferito pedalare, Fede (Brignone ndr ) invece ha corso per defaticare».
Per diventare «Iron Goggia» il viaggio è partito da lontano, quest’estate la bergamasca ha cambiato preparazione per «trovarsi pronta a una stagione così importante con le Olimpiadi». «Poi insieme a gennaio – prosegue Scolari – abbiamo impostato il programma soprattutto sulla velocità perché lei è già forte di suo e arrivava con “volumi” importanti». Scatti, esercizi con lo «speed ladder» per migliorare il ritmo e l’agilità dei piedi: per aumentare i cavalli del corpo e «rendere al 100%» bisognava ridurre i carichi. Ed è quello che sta succedendo a Sofia perché ieri – come lei stessa ha ammesso – «l’importante era andare forte». Non esiste una ricetta magica per arrivare in forma in un momento preciso dell’anno, ma a tre settimane dai Giochi in Corea l’Italia dà segnali importanti: «Magari fosse così facile impostare una data ed essere pronti, ma non siamo dei maghi. Le ragazze si sono allenate duramente, stanno crescendo e non hanno ancora raggiunto l’apice. Ma nello sci le componenti tecniche e psicologiche sono fondamentali. Vincere aiuta a vincere». L’equilibrio sopra la follia di buttarsi giù a 100 all’ora da un canalone, Sofia sembra averlo trovato: «La sua voglia di arrivare, la sua determinazione nel superare gli infortuni sono le parole chiave di questa storia. Lei ha sempre detto di volere diventare la numero 1, di voler vincere la Coppa del Mondo. Ha costruito il suo fisico gradualmente per sopportare questi carichi di lavoro. La sua carriera è appena cominciata».