Il Messaggero, 19 gennaio 2018
Berlino, l’enfant terrible che vuol far saltare la grande coalizione `
BERLINO A giudicare dall’aspetto, non farebbe paura neanche a una mosca: faccia paffuta infantile, capello corto con virgola sulla fronte, corporatura media, carisma di là da venire. Eppure Kevin Kühnert, 28 anni, capo dell’organizzazione giovanile della Spd (Juso), ha conquistato in poche settimane una notorietà senza pari in Germania per un politico della sua età, divenendo lo sfidante interno di Martin Schulz. Tanto il leader Spd si batte per una nuova grande coalizione, tanto Kühnert non si stanca di silurare il progetto di una nuova Groko sotto Angela Merkel. Nel giro di due mesi è diventato uno dei personaggi più popolari e un volto fisso in tv. Ovunque si muova in lungo e in largo in Germania per arringare gli iscritti Spd, viene scortato da nugoli di giornalisti e cameramen. I telegiornali, i principali talk-show se lo contendono: tasso di popolarità di cui i suoi colleghi più navigati e importanti possono solo sognare. Kühnert non è soltanto il capo dei giovani Juso, tradizionalmente a sinistra, è diventato il leader dell’opposizione interna di tutta la Spd al progetto Groko, ovvero l’antagonista di Schulz. Nessun leader Juso prima di lui ha avuto tanta visibilità, inclusi Gerhard Schröder o Andrea Nahles. Il suo no alla grande coalizione si è materializzato anche in una iniziativa No-Gro-Ko che raccoglie consensi trasversali nel partito, e in un hashtag molto esplicito: #KevinKühnertKönnteKotzen (Kevin Kühnert potrebbe vomitare). Dalla sua non ha solo il pathos con cui difende le sue idee, una seria preparazione e una brillante retorica, ha anche l’età. Il fattore anagrafico comincia a pesare non solo in Francia o Austria – dove il presidente Macron ha 40 anni e il cancelliere Kurz appena 31 – ma anche in Germania. Un incontro mercoledì fra Kurz e la Merkel (63) mostrava chiaramente che il fattore età non è un requisito solo dello showbiz ma un messaggio politico. Il 28enne Kühnert, al confronto con il 62enne sgualcito e depresso dalle sconfitte Schulz, sembra col suo dinamismo e coraggio un moderno Sigfrido, eroe della saga dei Nibelunghi in chiave 4.0. Al congresso Spd, a dicembre a Berlino, ha infiammato i delegati con un discorso di fuoco contro la Groko richiamando alla responsabilità per i giovani che ci rimanga ancora un po’ di questo partito per loro. Adesso, dopo l’intesa raggiunta una settimana fa fra Cdu-Csu e Spd per trattative di governo per una nuova Groko, Kühnert demolisce punto per punto l’intesa e dice che per la Spd la grande coalizione sarebbe un suicidio.. A decidere sarà domenica a Bonn: la maggioranza per la Groko è incerta. Se vince il no è la fine di Schulz e la vittoria di Kühnert anche se lui sostiene che Schulz non dovrebbe dimettersi.