la Repubblica, 19 gennaio 2018
Ferrante geniale: diventa columnist del «Guardian» e attacca Weinstein
Si dirà ora che Elena Ferrante è un cervello in fuga, che non è riconoscente verso il suo Paese, che preferisce la scena internazionale e rinnega la propria casa. Ieri la scrittrice misteriosa ha fatto parlare di sé per due notizie: la prima è che diventerà editorialista del Guardian, la seconda è che ha rilasciato una lunga intervista al settimanale francese L’Obs nella quale interviene sul tema delle molestie alle donne e sull’affaire Weinstein attaccando il “dominio patriarcale” a suo dire ancora vivo e vegeto in Occidente.
In realtà non stupisce che l’autrice dell’Amica geniale sia approdata con una rubrica settimanale sul magazine Guardian Weekend, visto che in Gran Bretagna i quattro libri della saga conosciuti come Neapolitan novels hanno venduto finora 700 mila copie e sono oggetto di un vero e proprio culto. L’annuncio è stato dato da Melissa Denes, alla guida del settimanale che da domani si presenterà in edicola esibendo la prestigiosa firma dell’autrice misteriosa: «Una nuova avventura per lei e per la rivista», dice Denes, aggiungendo che la scrittrice si occuperà di argomenti vari, dal sesso al gender, dall’infanzia alla vecchiaia, dilettandosi anche su contenuti divertenti. Il che tradotto in altri termini vuol dire che avrà la libertà di scegliere di cosa occuparsi. La conferma ci viene da Sandra Ferri, editrice di e/o ed Europa Editions, con le cui edizioni Ferrante esce in lingua inglese: «È vero, le è stata data piena libertà di scegliere i temi, ma la decisione di accettare la rubrica è maturata nel tempo molto lentamente. Il Guardian la corteggiava da almeno un anno».
Chi vorrà seguire la rubrica firmata da Elena Ferrante dovrà leggere il Guardian Weekend, a cominciare da domani, giorno del debutto. L’argomento sarà “il primo amore”. Gli articoli usciranno solo in lingua inglese e, almeno per il momento, i nostri giornali non potranno comprarli e tradurli. A curarli sarà la traduttrice star Ann Goldstein, la faccia tangibile della scrittrice fantasma, quella che ormai da anni la rappresenta nei convegni pubblici e nelle presentazioni in giro per il mondo. Ferrante da parte sua ha fatto sapere tramite il Guardian che nell’accettare la nuova sfida è stata «attratta dalla possibilità di mettersi alla prova» e di sperimentare un «audace, intrepido esercizio di scrittura».
La notizia sancisce la love story tra Elena Ferrante e il mondo anglosassone e appare come un’emigrazione affettiva verso lidi più accoglienti, dove il successo non è stato accompagnato da continue polemiche. Due anni fa la scrittrice è rientrata nella shortlist del Man Booker International Prize, mentre il Time magazine la includeva tra i personaggi più influenti del mondo.
Non c’è dubbio, Elena Ferrante è ormai il marchio letterario più riconosciuto del made in Italy all’estero, mentre a casa nostra fa storcere il naso alla critica accademica e non conquista premi. Lei ricambia snobbandoci e affidando ad altri le sue parole infiammate. Nell’intervista fiume sull’Obs difende le vittime delle molestie col suo linguaggio inconfondibile: «La forza dei piccoli e grandi Weinstein, che si trovino al centro del mondo o in posizione marginale, è non soltanto di non provare alcuna vergogna di fronte alle diverse forme di stupro alle quali ci sottopongono, ma anche di farci credere, con un meccanismo ripugnante, che siamo noi a doverci vergognare». E sul futuro fa sapere che ha in mente altre storie da raccontare.