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 2018  gennaio 19 Venerdì calendario

Strade e treni sotto lo stesso tetto. Nasce un colosso da 11 miliardi

Roma Il gigante è nato. Seduti allo stesso tavolo al ministero dei Trasporti Renato Mazzoncini, amministratore delegato di Fs e Gianni Vittorio Armani, presidente di Anas, hanno annunciato l’integrazione tra le due società, tutte ancora pubbliche. Superato lunedì sera l’unico ostacolo che ancora li divideva, il via libera dell’Autorità che vigila sulla concorrenza e firmato sempre ieri l’atto di conferimento delle azioni Anas (oggi in capo al Mef) nel capitale sociale di Fs, l’unione è fatta. «Un’operazione che – ha detto Mazzoncini – non comporterà nessun effetto per la finanza pubblica né in negativo né in positivo». Da oggi Fs e Anas sono una cosa sola, un gruppo da 11,2 miliardi di fatturato stimato nel 2018 e investimenti che in dieci anni arriveranno a 108 miliardi, 50 miliardi di capitale investito e 81 mila dipendenti. Governeranno insieme 44 mila chilometri di strade e ferrovie, dando vita al primo polo europeo integrato. «Il più grande, non l’unico«, chiarisce Mazzoncini rispondendo a chi metteva in dubbio la validità dell’integrazione strada-rotaia. «È un’unione innovativa, ma l’innovazione è una buona cosa», chiosa l’ad di Ferrovie. Così l’intera partecipazione di Anas, esce dal perimetro del Ministero dell’Economia e senza pendenze.
«Deve essere chiaro – spiega Armani – che i circa 10 miliardi di contenzioso di Anas non andranno a incidere sul bilancio di Ferrovie perché si tratta di contenziosi che riguardano le infrastrutture, dunque i debiti, se ci saranno, sono dello Stato». Anas si porterà dietro solo la parte che riguarda il contenzioso civile, che è basso e al quale farà comunque fronte con il Fondo appositamente costituito che ha in cassa 700 milioni. «Più che sufficienti», dicono in Anas, a far fronte a incidenti e disgrazie consumatesi sulle strade negli anni. «Non saremo più descritti come azienda con il cappello in mano – ha detto Armani – anzi ora abbiamo in programma 33 miliardi di investimenti per i prossimi dieci anni». Un iter iniziato da tempo e che si perfeziona con un aumento di capitale pari a 2,86 miliardi da parte del ministero dell’Economia. Può attendere invece la quotazione in Borsa di Fs. «Si farà – spiega Mazzoncini – ma non sono favorevole a quotare la parte infrastrutturale, cioè Anas».
Il futuro in parte è già scritto. Anas grazie al nuovo Contratto di programma con lo Stato 2016-2020, potrà gestire meglio gli investimenti tanto che il risparmio previsto è di 400 milioni in 5 anni ( 800 per il gruppo) e raddoppierà in tre anni la propria capacità di spesa (da 1,5 mld del 2017 ai 3 previsti nel 2020). L’obiettivo è rafforzarsi all’estero, ma soprattutto investire sulla mobilità integrata ferrovia- gomma, in primis per le merci e in un’ottica di sostenibilità ambientale perché il futuro dell’auto come di camion e Tir è nel motore elettrico e nella guida autonoma, dove Fs ha già competenze.