il Fatto Quotidiano, 19 gennaio 2018
Un questionario per le toghe: Che scuole avete fatto?
Il caso Bellomo ha smosso anche il Csm, che vuole capire quale formazione abbiano avuto prima del concorso i magistrati, ormai con la toga, almeno negli ultimi 8 anni. La Sesta commissione sta mettendo a punto un questionario da inviare a chi è diventato magistrato dal 2008-2010 in poi. Le domande saranno incentrate sul tipo di scuola privata eventualmente frequentata in vista del concorso, sui docenti, su eventuali clausole di contratto decisamente discutibili, come il dress code e la “sottomissione all’agente superiore” architettati da Francesco Bellomo, il consigliere di Stato recentemente destituito. I membri del Csm vorrebbero rivedere l’accesso al concorso che oggi prevede due anni obbligatori o di scuola universitaria post laurea o di tirocinio in un ufficio giudiziario. È parere ormai unanime che questo non consenta una preparazione adeguata per l’esame. Ed ecco spiegato il successo delle esose scuole private (divieto di insegnamento per i magistrati ordinari, possono solo gli amministrativi) che puntano tutto sulla loro capacità di indovinare le tracce per il concorso in modo da avere fra i loro allievi un alto tasso di promossi. Ma, osservano diversi consiglieri, non fanno nulla o quasi per la formazione deontologica, altrettanto importante per un magistrato. L’accettazione dell’incredibile contratto della scuola Diritto e Scienza di Bellomo da parte di aspiranti magistrati sicuramente è un caso estremo, ma è un campanello d’allarme per il problema della formazione. Ecco perché il Csm ha detto di voler andare fino in fondo.