La Stampa, 19 gennaio 2018
Catturato il capo della mafia cinese. Gestiva la logistica di mezza Europa
La Gomorra dagli occhi a mandorla dominava da Prato sui trasporti delle merci cinesi in tutta Europa. Non solo: gestiva anche affari milionari grazie allo spaccio di droga, prostituzione, bische clandestine, contraffazione di prodotti griffati, usura ed estorsioni. Con una ritualità tipicamente mafiosa, solo che invece del baciamano, al «padrino» era riservato un profondo inchino in segno di rispetto e sottomissione. E anche in quanto ad ostentazione, la mafia cinese – 54 indagati di cui 33 arrestati dalla polizia – non scherza. Il boss, il «capo della mafia cinese, il più potente d’Europa» com’egli stesso si definisce in un’intercettazione telefonica è Zhang Naizhong, 58 anni, originario dello Zhejiang, che per il matrimonio del figlio ha speso 80 mila euro in contanti all’Hotel Hilton di Roma. Facendo arrivare buona parte dei 500 invitati a bordo di Ferrari e Lamborghini. La Dda di Firenze e la squadra mobile di Prato hanno lavorato dal 2011 per smantellare la cupola mafiosa della logistica.
Dall’inchiesta «China Truck» emerge uno stile tipicamente mafioso: sullo sfondo c’è una guerra fra bande cinesi a Prato per il controllo delle attività illecite, che a partire dal 2000 è costata numerosi morti e che per lungo tempo ha diviso le gang secondo la provenienza. Da una parte i gruppi della regione cinese del Fujian, dall’altro quelli del Zhejiang. Poi arriva la «pace» con il dominio di Zhang Naizong, il «capo dei capi», come lo descrive il procuratore capo di Giuseppe Creazzo. Il boss rivendica metodi da imprenditore. In un’intercettazione riportata nelle 320 pagine dell’ordinanza del gip Alessandro Moneti afferma che «nella mafia ci vuole la strategia per andare avanti... hai capito?...alla mafia di oggi non serve più l’arroganza e la violenza... ci vuole la strategia... la persona che ha la strategia migliore vince». Ma non disdegna affatto le maniere forti, «perché contano i fatti. Se sei un nemico allora sei finito! Quando un fratello litiga con un nemico mi può puntare la pistola addosso, secondo il carattere di Naizhong gli dirò: “Premi il grilletto!” Le persone hanno tanta paura di questo tipo di carattere».
E ancora: «Nella mafia ci sono le regole della mafia, se una persona non rispetta le regole come fa a continuare a camminare lungo la strada della mafia....». La polizia ha accertato violenze e intimidazioni nei confronti delle ditte di trasporti che non si piegavano alla volontà di Zhang Naizhong. Risultava residente a Roma, dov’è stato arrestato ieri mattina, ma aveva Prato come base economica della logistica degli articoli realizzati nelle varie Chinatown. Una volta temendo di essere pedinato «aveva cambiato auto 8 volte» nel percorso fra la capitale e Prato. La cupola cinese imperava sull’intero territorio europeo da Francia e Olanda, a Spagna, Portogallo e Germania. Unica donna finita in carcere è l’amante del boss, Chen Xiaomian detta Amei, 41 anni, che gestisce come segretaria e manager i capitali leciti e illeciti dell’organizzazione, ingente denaro reinvestito in attività redditizie. Nella sua abitazione la polizia ha trovato numerosi gioielli e 30 mila euro.
Secondo il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho «la criminalità cinese, come quelle albanesi e romene, comincia a profilarsi come organizzazione mafiosa sul territorio italiano».