Il Sole 24 Ore, 19 gennaio 2018
Italo al rush per l’Ipo con ricavi e margini in crescita nel 2017
In attesa dello sbarco in Borsa entro il primo trimestre, Italo-Nuovo Trasporto Viaggiatori – come è stata ridenominata la società dopo il cambio nome fortemente voluto dall’ad Flavio Cattaneo -, manda intanto in archivio il bilancio 2017 che si chiude con ricavi a quota 454,9 milioni, in rialzo del 24,8% rispetto al 2016, l’Ebitda adjusted (esclusi i costi straordinari) pari a 155,7 milioni, in crescita del 64% sull’anno prima, e l’Ebit, al netto di ammortamenti e svalutazioni, a 112,6 milioni, in aumento dell’80,3 per cento. L’utile ante imposte, dedotti gli oneri finanziari, è di 54,4 milioni (+13,3% sul 2016), mentre il risultato netto, se si escludono le imposte di esercizio, pari a 20,7 milioni (contro i 15,3 milioni dell’anno precedente), è di 33,8 milioni, in crescita del 3,4% sul dato del 2016. Quanto al debito, la posizione finanziaria netta, a fine 2017, scende a 443 milioni, a fronte dei 538,2 milioni registrati al 31 dicembre 2016 (-17,7%).
Nella nota diffusa ieri dopo il cda, l’azienda ha fornito anche un aggiornamento sulle performance operative: nel 2017, Italo ha trasportato 12,8 milioni di passeggeri, contro gli 11,1 milioni dell’anno prima (con un progresso del 15,3%). A valle dei risultati, il board ha poi deciso di proporre un dividendo di 30 milioni (pagabile a luglio) all’assemblea dei soci, che si riunirà oggi e che sarà chiamata altresì ad esprimersi sulla proposta di dividend policy licenziata ieri dal board per il triennio 2018-2020: l’indicazione del cda prevede la distribuzione di cedole comprese tra il 50% e il 70% del risultato netto e la possibilità di acconti.
Nell’assise odierna, che dovrà approvare i conti 2017, il cda si presenterà dimissionario per consentire ai soci di nominare un nuovo board – nel quale saranno ovviamente riconfermati il ceo Cattaneo e il presidente Luca Cordero di Montezemolo – più in linea con le best practice richieste dalla Consob per le società destinate ad approdare a Piazza Affari. Un passaggio, quest’ultimo, su cui ieri si sono confrontati i consiglieri.
Difficile formulare al momento previsioni certe sulla tempistica dell’operazione – un’offerta pubblica di vendita sul 40% del capitale -, che dipenderà naturalmente dal doppio via libera di Consob e Borsa Italiana, ma, nei desiderata del management, si punta a far partire l’offerta entro la fine di febbraio. A tal proposito, la società avrebbe già aperto un pre-filing in Consob con l’obiettivo di accelerare i tempi della quotazione che vede schierati Rothschild come advisor finanzario e un nutrito consorzio di banche (Banca Imi, Barclays, Credit Suisse, Goldman Sachs e UniCredit). Per questo motivo, si è optato per un prospetto informativo “tripartito”, costituito dal documento di registrazione relativo all’emittente, dalla nota informativa sugli strumenti finanziari e dalla nota di sintesi. La società, secondo quanto risulta a Il Sole 24 Ore, avrebbe adempiuto al primo step, con il deposito del documento di registrazione(nel quale è già contenuta una presentazione puntuale e dettagliata dell’operazione) e, la prossima settimana, dovrebbe trasmettere alla Consob il resto, poco più che una formalità con tempi di approvazione più rapidi. Da regolamento, infatti, la Consob ha fino a un massimo di 70 giorni lavorativi per accordare il suo ok, ma l’iter scelto da Italo consentirà alla commissione di procedere molto più spedita.