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 2018  gennaio 19 Venerdì calendario

Salvini candida la siciliana Giulia Bongiorno

Mentre Silvio Berlusconi faceva sapere che nel futuro governo di centrodestra Matteo Salvini sarebbe un perfetto ministro dell’Interno, il leader della Lega ha annunciato a sorpresa la candidatura di Giulia Bongiorno nelle liste del Carroccio. «Sarà capolista in diversi territori del Paese». Una scelta che non sarà piaciuta molto al Cavaliere.  

Perché?
Beh, Giulia Bongiorno è stata già eletta alla Camera con il Pdl nel 2008. E fu tra i parlamentari che nel 2010 seguirono Fini nella sfortunata avventura di Futuro e Libertà («Che fai, mi cacci?») e nel tentativo fallito di far cadere il governo Berlusconi allora in carica. In quella legislatura la Bongiorno ricopri l’incarico di presidente della commissione Giustizia della Camera. E Berlusconi dovrebbe ricordarsela bene, perché nel suo ruolo di presidente della commissione Giustizia della Camera in quella legislatura l’avvocato si oppose alle leggi ad personam e ai giri di vite sulle intercettazioni voluti dall’allora presidente del Consiglio. Nel 2013 poi si ricandidò con Scelta Civica di Mario Monti, ma non fu eletta. «Non è una riciclata della politica – ha detto Salvini – ha un suo mestiere, una sua vita e per questo le sono doppiamente grato». Come infatti ricorderà, la Bongiorno, palermitana classe 1966, è un avvocato penalista, divenuta famosa per avere vittoriosamente difeso - ed era ancora all’inizio della carriera - Giulio Andreotti. Ma sono molti gli imputati eccellenti che sono passati nel suo studio: Pier Francesco Pacini Battaglia (scandalo delle ferrovie, assolto), Sergio Cragnotti (crack Cirio, patrocinio abbandonato dopo quattro anni), Francesco Totti (sputo all’Europeo 2004, squalifica ridotta). Da ultimo ha difeso anche Raffaele Sollecito, accusato e assolto per l’omicidio di Meredith Kercher. Nubile, ha un figlio di 7 anni. Grandissima lavoratrice, soffre di celiachia, va a messa tutti i giorni, le piacerebbe portare i capelli lunghi, ma li porta corti perché così va dal parrucchiere ogni due mesi e mezzo per 40 minuti.   

In effetti non capisco cosa c’entri con Salvini.
«Nascendo al Sud Salvini mi sembrava la persona più lontana da me», ha ammesso ieri in conferenza stampa la stessa Bongiorno. «Il suo partito si chiamava Lega Nord, era l’uomo forte, maschilista, che schiaccia le donne. Pensavo di aver difficoltà anche a parlarci, poi io mi esprimevo e mi dicevano “stai attenta, questo lo dice pure Salvini”». Eppure, ha provato a spiegare, «di Matteo mi ha colpito la nitidezza di idee in tema di sanzioni e di regole. Io sono per le regole e i divieti. Suona antico? No, suona buono. Con le regole evitiamo anche di importare l’immigrazione. Le regole non sono burocrazia, ci garantiscono la libertà».  

E Salvini perché l’ha scelta?
Iil leader della Lega ottiene un doppio risultato: da una parte acquista punti nel campo delle quote rosa, presentando un personaggio femminile che ha fatto della sua vita indipendente un simbolo per le altre donne. Da oltre dieci anni, infatti, la penalista siciliuana porta avanti una campagna per aiutare le donne vittime di abusi e violenze attraverso l’associazione Doppia difesa creata insieme a Michelle Hunziker. E dall’altra parte potrebbe risultare molto utile al progetto di Salvini di conquistare consensi al Sud e di rendere la Lega un partito veramente nazionale. D’altra parte il segretario già ha cancellato la parola «Nord» dal simbolo e ha messo in secondo piano le battaglie storiche dell’autonomismo per concentrarsi su due o tre temi: meno immigrati, meno tasse, meno Europa. Inoltre ha creato un piccolo esercito di nuovi aspiranti parlamentari che rispondono solo a lui. Maroni si è messo da parte, mentre il fondatore Umberto Bossi, che potrebbe ottenere in extremis una candidatura per Roma, di fatto è escluso dalla gestione del partito. E da più di tre anni Salvini non perde occasione per farsi vedere e fare comizi da Roma in giù. Bisogna ricordare infine che “Noi con Salvini” – il movimento gemello del Carroccio che risponde direttamente al leader e non alla Lega – dalla fine del 2014 ha uffici in Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna.   • E questo sforzo nel conquistare le simpatie del Sud sta pagando?
Alle ultime regionali siciliane Salvini si è esposto in prima persona girando in lungo e in largo l’isola e alla fine la lista che raccoglieva Noi con Salvini e Fratelli d’Italia ha preso il 5,6%, ovvero circa 108 mila voti. Una fetta di elettorato decisivo per far vincere il candidato del centrodestra Nello Musumeci. Un buon risultato ottenuto però grazie al traino della Meloni. Alle politiche sarà tutta un’altra partita. «I sondaggi dicono che siamo al 5% anche nelle Regioni per noi non tradizionali», assicura Salvini. Ma è tutto da vedere.  

Ma con che credibilità Salvini si presenta da calabresi, campani e siciliani, dopo anni di insulti ai terroni e proclami di secessione?
Mi ricordo che quando Berlusconi si presentò la prima volta, nel ’94, fece due campagne elettorali, una al Nord e una al Sud, dicendo anche cose opposte. D’altra parte i leghisti storici rimproverano da tempo a Salvini di far perdere voti nelle regioni settentrionali, tra i militanti duri e puri, con questa svolta sudista. Una tesi poco credibile, perché alla secessione e alla Padania non crede ormai più nessuno da un pezzo.