18 gennaio 2018
APPUNTI SU GIULIA BONGIORNO PER GAZZETT
ILSOLE24ORE.COM –
Giulia Bongiorno. È tra i più noti penalisti d’Italia, un passato di politica in Alleanza nazionale poi al seguito di Gianfranco Fini, e ancora attivista senza risparmio di energia a difesa dei diritti delle donne. E ora il suo nome viene fatto da Matteo Salvini, in una conferenza stampa a Montecitorio, per dare il segno di «una Lega che cresce, coinvolge, punta su professionalità della realtà civile soprattutto nel campo della difesa della sicurezza, dei diritti delle donne, della riforma della Giustizia».
«Sono emozionata di riprendere questo percorso, contenta di un’interlocuzione continua con Salvini. Voglio un’Italia con meno contumaci, perché ci si deve mettere la faccia, e con più regole che ci garantiscono la libertà», sostiene Bongiorno. «Mi sentivo un po’ contumace. Portavo avanti battaglie seduta
nel mio ufficio. Ma se non si è in Parlamento le cose si dicono ma non si fanno. A tutto pensavo tranne che potessi correre con Salvini. Ma negli anni mi esprimevo e mi si diceva che la mia posizione era interessante, ma dovevo stare attenta, perché quello che dicevo io lo diceva anche Salvini».
«Sono favorevole a regole, sanzioni e divieti»
Alcune parole, nel ragionamento di Bongiorno, danno il senso di come intenda impostare la propria campagna in via di lancio per convincere gli elettori. «Di Salvini mi ha colpito la nitidezza di idee in tema di sanzioni e di regole. In questo Paese si fanno norme slabbrate che poi il magistrato interpreta come vuole. Chi le scrive non ha calpestato la polvere dei tribunali. Pensiamo alla legge sullo stalking: era stata svuotata per un errore da un provvedimento del ministro Orlando... Abbiamo dimenticato totalmente che cosa sia una sanzione. Se fai un omicidio e ti beccano in flagranza rischi di avere uno sconto di pena. Io - puntualizza - non ho ansia di libertà. Sono favorevole a regole, sanzioni e divieti. Suona antico? No, suona buono. È un deterrente per i futuri reati e così evitiamo di importare immigrazione».
Contrasto alla “lavanderia giudiziaria”
Tolleranza zero, dunque. «Lo dicono alcuni magistrati che l’Italia sia diventata una sorta di Paese della cuccagna per i delinquenti che arrivano da tutte le parti. Il delinquente non è stupido: preferisce l’Italia perché trova impunità e sconti di pena garantiti dalla cosiddetta “lavanderia giudiziaria”», insiste la Bongiorno. Che assicura impegno anche in tema di immigrazione e di tutela delle donne, italiane ed immigrate. Matteo Salvini ringrazia intanto della scelta. «Quella di Giulia Bongiorno è una delle candidature di cui ho parlato di persone esterne alla Lega che ne hanno sposato il programma».
Berlusconi: se io a Palazzo Chigi Salvini all’Interno
Intanto Silvio Berlusconi pensa al leader del Carroccio come prima soluzione per il Viminale qualora toccasse a lui decidere («se io andassi a palazzo Chigi penso che Salvini possa scegliere e lui essendo un centravanti di sfondamento potrebbe andare al ministero dell’Interno»). Nel 2008 «sono stato tradito da alleati sleali. Oggi è diverso, Salvini è molto concreto e la Meloni per anni è stata con me al governo. Abbiamo un programma comune che firmeremo oggi o nei prossimi giorni. Se io non sarò al governo ci sarà un premier capace di dirimere i contrasti. Io ho anche un nome nel cassetto». Unico argomento divisivo al momento è la legge Fornero, secondo Berlusconi. «Salvini insiste per l’azzeramento, noi per l’azzeramento delle parti negative o degli effetti negativi, ci sono delle cose su cui la legge Fornero ha visto giusto».
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ILFATTOQUOTIDIANO.IT –
“Giulia Bongiorno si candida come capolista della Lega in diversi territori del Paese”. Lo annuncia Matteo Salvini presentandosi in una conferenza stampa a Montecitorio con l’avvocato penalista, protagonista delle campagne contro la violenza sulle donne. “E’ il segno – spiega Salvini – di una Lega che cresce, coinvolge, punta su professionalità della realtà civile soprattutto nel campo della difesa della sicurezza, dei diritti delle donne, della riforma della Giustizia“. La Bongiorno difese tra gli altri Giulio Andreotti (ma anche Raffaele Sollecito) ed è stata già deputata dal 2008 al 2013, quando ricopri l’incarico di presidente della commissione Giustizia della Camera. Fu eletta con il Pdl e poi confluì in Futuro e Libertà di Gianfranco Fini. Nel 2013 si ricandidò con Scelta Civica di Mario Monti ma non fu eletta. “Non è una riciclata della politica – ha detto Salvini – ha un suo mestiere, una sua vita e per questo le sono doppiamente grato”.
Da parte sua l’atteggiamento l’inizio della Bongiorno è questo: “Non sono una che ha ansia di libertà e uguaglianze, ne abbiamo troppe. Io sono per le regole e i divieti. Suona antico? No, suona buono. Con le regole evitiamo anche di importare l’immigrazione. Le regole non sono burocrazia, ci garantiscono la libertà”.
L’avvocata sottolinea che “in questo Paese sta succedendo una cosa che non mi piace affatto, la contumacia, tutti si occupano di politica ma poi nessuno la fa. Io mi sentivo un po’ contumace: in questi anni ho portato avanti delle battaglie stando seduta al mio studio, tanto avevo la mia visibilità, ma poi se non si è in Parlamento le cose non si fanno”. Bongiorno dice di avere “tante leggi in mente” e ricorda la legge sullo stalking che ha contribuito a scrivere: “Se parlate con mille magistrati e milioni di donne, è una legge che aiuta le donne”. E con la proposta della Lega di riaprire le case chiuse come si mette? “Non ne posso più del caos, del far west, della giungla – risponde – Non sarei favorevole ad abolire la normativa che sanziona penalmente lo sfruttamento delle donne, ma se una donna liberamente fa una scelta per svolgere quella attività una disciplina a mio avviso è doverosa. Le regole non sono burocrazia”. Quanto ai vaccini “ho vaccinato mio figlio, ho una lista di circa 12 vaccini. Quando Salvini dice di riflettere sull’obbligatorietà dei vaccini rende manifeste alcune perplessità che vengono espresse anche dalla comunità scientifica. Ho sempre condiviso la posizione di Salvini”.
Perché con Salvini, dunque? “Nascendo al Sud – ha ammesso – Salvini mi sembrava la persona piu lontana da me, il suo partito si chiamava Lega Nord, era l’uomo forte, maschilista, che schiaccia le donne. Pensavo di aver difficoltà anche a parlarci, poi io mi esprimevo e mi dicevano ‘stai attenta, questo lo dice anche Salvini’. Ed eccomi qui. Abbiamo parlato tanto. Questa candidatura non è maturata 5 minuti fa perché scadevano le liste. Quello che mi ha colpito di Matteo Salvini è stata la nitidezza di idee in materia di sanzioni e di regole. A volte si dà ai magistrati la colpa di aver interpretato una legge ma la colpa è di chi la legge la scrive”.
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REPUBBLICA.IT –
In una conferenza stampa alla Camera, il segretario della Lega Matteo Salvini ha presentato la candidatura dell’avvocato Giulia Bongiorno come capolista per le prossime elezioni politiche. "La coinvolgeremo ai massimi livelli sui temi della giustizia e dei diritti delle donne", ha detto Salvini. Bongiorno é stata fra i parlamentari che nel 2010 seguirono Fini nella sua fuoriuscita dal Pdl e nel tentativo fallito di far cadere il governo Berlusconi allora in carica. Non solo, alle successive elezioni del 2013 si è candidata (risultando non eletta) nella lista "Con Monti per l’Italia" guidata dall’ex premier Mario Monti, uno dei principali bersagli degli attacchi di Salvini in questi anni. "Non é una riciclata, altrimenti non la avrei accettata", ha ribattuto il segretario della Lega a chi gli faceva notare le passate esperienze politiche della Bongiorno.
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CORRIERE.IT –
«Giulia Bongiorno si candida come capolista della Lega in diversi territori del Paese». Lo annuncia Matteo Salvini presentandosi in una conferenza stampa a Montecitorio con l’avvocato penalista che difese Giulio Andreotti e che è stata presidente della commissione Giustizia della Camera. «È - spiega Salvini - il segno di una Lega che cresce, coinvolge, punta su professionalità della realtà civile soprattutto nel campo della difesa della sicurezza, dei diritti delle donne, della riforma della Giustizia».
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LASTAMPA.IT –
«Giulia Bongiorno si candida come capolista della Lega in diversi territori del Paese». Lo annuncia Matteo Salvini presentandosi in una conferenza stampa a Montecitorio con l’avvocato penalista che difese Giulio Andreotti e che è stata presidente della commissione Giustizia della Camera. «È - spiega Salvini - il segno di una Lega che cresce, coinvolge, punta su professionalità della realtà civile soprattutto nel campo della difesa della sicurezza, dei diritti delle donne, della riforma della Giustizia».
«Sono emozionata di riprendere questo percorso, contenta di un’interlocuzione continua con Salvini. Voglio un’Italia con meno contumaci, perché ci si deve mettere la faccia, e con più regole che ci garantiscono la libertà», sostiene Bongiorno. «Mi sentivo un po’ contumace. Portavo avanti battaglie seduta nel mio ufficio. Ma se non si è in Parlamento le cose si dicono ma non si fanno. A tutto pensavo tranne che potessi correre con Salvini. Ma negli anni mi esprimevo e mi si diceva che la mia posizione era interessante, “ma dovevo stare attenta, perché quello che dicevo io lo diceva anche Salvini”».
«Di Salvini - dice ancora Bongiorno - mi ha colpito la nitidezza di idee in tema di sanzioni e di regole. In questo Paese si fanno norme slabbrate che poi il magistrato interpreta come vuole. Chi le scrive non ha calpestato la polvere dei tribunali. Pensiamo alla legge sullo stalking: era stata svuotata per un errore da un provvedimento del ministro Orlando... Abbiamo dimenticato totalmente che cosa sia una sanzione. Se fai un omicidio e ti beccano in flagranza rischi di avere uno sconto di pena. Io - puntualizza - non ho ansia di libertà. Sono favorevole a regole, sanzioni e divieti. Suona antico? No, suona buono. E’un deterrente per i futuri reati e così evitiamo di importare immigrazione».
«Lo dicono alcuni magistrati che l’Italia sia diventata una sorta di Paese della cuccagna per i delinquenti che arrivano da tutte le parti. Il delinquente non è stupido: preferisce l’Italia perché trova impunità e sconti di pena garantiti dalla cosiddetta `lavanderia giudiziaria´», insiste la Bongiorno. Ed assicura impegno anche in tema di immigrazione e di tutela delle donne, italiane ed immigrate».
«Quella di Giulia Bongiorno - ha spiegato Salvini - è una delle candidature di cui ho parlato di persone esterne alla Lega che ne hanno sposato il programma. La ringrazio per aver accettato la sfida».
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AMEDEO LA MATTINA, LASTAMPA.IT 18/1 –
Candidatura più ostica e pungente Matteo Salvini non poteva trovarla. Silvio Berlusconi se la ricorda bene, l’avvocato Giulia Bongiorno quando era presidente della commissione Giustizia della Camera e frenava, emendava, si opponeva alle leggi ad personam, ai giri di vite sulle intercettazioni, a tutto ciò che andava nella direzione ipergarantista del presidente del Consiglio. Sì, lei era la sua bestia nera. Se la ricorda bene anche l’avvocato Niccolò Ghedini che con lei ha combattuto per tutta una legislatura: gli ha fatto vedere i sorci verdi, con la sua puntigliosità, competenza e verve dialettica.
Lei era vicina Gianfranco Fini e quando accadde il piccolo scisma nel Pdl, dopo il famoso “che fai mi cacci?” detto dall’ ex leader di An Berlusconi, la Bongiorno seguì il presidente della Camera. È furono ancora più scintille. Ora eccola qui, l’avvocato salita alla notorietà delle cronache per la difesa vittoriosa di Giulio Andreotti ma anche per la campagna in difesa delle donne, come testimonial insieme a Michelle Hunziker. Che potesse essere candidata con la Lega nessuno lo immaginava. Salvini ha fatto tutto da solo, zitto zitto non ha fatto trapelare nulla e alla fine ha tirato fuori un personaggio femminile che ha fatto della sua vita indipendente un simbolo per le altre donne.
Lei dice di essere stata colpita da Salvini, in particolare dalla “nitidezza di idee in tema di sanzioni e di regole”. “In questo Paese si fanno norme slabbrate che poi il magistrato interpreta come vuole. Chi le scrive non ha calpestato la polvere dei tribunali. Pensiamo alla legge sullo stalking: era stata svuotata per un errore da un provvedimento del ministro Orlando... Abbiamo dimenticato totalmente che cosa sia una sanzione. Se fai un omicidio e ti beccano in flagranza rischi di avere uno sconto di pena. Io - puntualizza Bongiorno - non ho ansia di libertà. Sono favorevole a regole, sanzioni e divieti. Suona antico? No, suona buono. È un deterrente per i futuri reati e così evitiamo di importare immigrazione».
Un modo di pensare che fa venire l’orticaria a Berlusconi. In sintonia con la posizione della Lega che ha proposto di eliminare gli sconti di pena per i gravi reati di sangue. Proposta che è passata con i voti del Pd e di Fratelli d’Italia. A votare contro per prima fu Forza Italia. Salvini non è stato così cattivo da proporre la Bongiorno per un collegio uninominale, costringendo i berluscones a sostenerla e votarla. Sarà invece candidata capolista della Lega in diverse circoscrizioni. Una candidatura comunque blindata. Berlusconi e Ghedini dunque se la ritroveranno tra i piedi, come ai tempi di Gianfranco Fini.
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== Elezioni: da Astrosamantha a Bongiorno, onda rosa in liste =
(AGI) - Roma, 18 gen. - I partiti alle prese con le quote rosa. Le forze politiche investono sempre piu’ sulle donne, anche per le esigenze dettate dalla legge elettorale. Oggi e’ arrivata la candidatura di Giulia Bongiorno che da diverso tempo - e’ stata anche diverse volte ospite della scuola politica del Carroccio - porta avanti le idee del partito di via Bellerio. Si fara’ portavoce delle battaglie a tutela del mondo femminile. "Il tema dei flussi immigratori incide sui diritti delle donne", ha spiegato aggiungendo di condividere le posizioni di Salvini sulla riapertura delle case chiuse. "Verra’ impiegata ai massimi livelli", annuncia il segretario del Carroccio mentre le deputate e le senatrici della Lega Giuseppina Castiello, Barbara Saltamartini, Silvana Comaroli ed Erika Stefani, le hanno dato il benvenuto. Altra sostenitrice dei diritti delle donne Emma Bonino: potrebbe essere candidata nei collegi di Roma o Milano, nell’ipotesi d’accordo con il Pd anche la possibilita’ che possa avere un maggiore spazio tv come icona del centrosinistra. "Ministro? Non mi sono mai sottratto alle responsabilita’", afferma la leader di +Europa che e’ gia’ stata ministro degli Esteri. Proprio ieri Renzi ha lanciato l’ex segretario dei pensionati della Cgil Carla Cantone (in quota minoranza dem) mentre Grasso per questa campagna elettorale si e’ affidato all’ex presidente di Legambiente Rossella Muroni. (AGI) Gil/Mol (Segue) 181806 GEN 18 NNNN
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• Palermo 22 marzo 1966. Avvocato (penalista). «Una professionista da 800 euro a ora di consultazione» (L’espresso nel 2007). Divenuta famosa per avere vittoriosamente difeso Giulio Andreotti. Politico. Deputato dal 2006 (An, PdL). Presidente della commissione Giustizia. Prima della sua candidatura ammise senza imbarazzi di avere sempre votato scheda bianca, nel 2005 aveva detto che in politica «occorre un’attitudine al compromesso che forse non ho».
• «Campionessa di basket e jogging, asciutta come una canna, l’avvocatessa più nota d’Italia. Ha aperto uno studio a San Lorenzo in Lucina, nella centralissima piazza romana dove s’affaccia il mitico studio privato di Andreotti. Il padre, Girolamo (Palermo 21 settembre 1937), cattedratico di Procedura civile all’Università La Sapienza di Roma, terrore di Giurisprudenza a Palermo dove tanti studenti non riuscivano a laurearsi perché superare il suo esame era come scalare l’Everest. Deve essere stata questa scuola a forgiare i nervi di Giulia, a concentrarli sulla professione d’avvocato fino a far coincidere carte processuali e vita quotidiana. Ma forse nemmeno il padre, Gimmy per gli amici, immaginava cosa sarebbe accaduto nei dieci anni della storia palermitana di Andreotti. Fiero di aver creato e avviato una macchinetta a moto perpetuo capace di operare 24 ore su 24, anche saltando i pasti, producendo e sfornando memorie, ricostruzioni, riscontri, idee, sogni tutti esclusivamente finalizzati per anni e anni ai processi contro Andreotti. E non solo. L’anno d’esordio è l’89. Ma non nello studio di civilista che il padre ha ancora a Palermo con l’altra figlia, Roberta (Palermo 13 marzo 1965). Comincia subito da penalista, Giulia. Seguendo Gioacchino Sbacchi, dal 1992 avvocato degli eccellenti, da Bruno Contrada ad Andreotti. È lui il “primo maestro”. È lui a creare il primo contatto con Andreotti e l’altro difensore, Franco Coppi, il professore catturato dalle capacità della “giovane di studio”, pronto a offrirle un posto al sole, a Roma. E, d’accordo con Sbacchi e Coppi, accetta la proposta benedetta da Andreotti: sarà lei a seguire il processo di Palermo per tre giorni a settimana e quello di Perugia la prima settimana di ogni mese. Prima con il compito di studiare le carte e preparare le udienze, poi con responsabilità sempre maggiori. E stando sempre di più a Roma per consultazioni, consigli, dialoghi continui con “il presidente”, fino a familiarizzare come forse nessuno è mai riuscito a fare con Andreotti» (Felice Cavallaro).
• «Andreotti ha capito che la mia vita era cambiata per lui. E una sera, nel 96, sapendo che ero sola mi invitò a cena. Con la moglie e un’altra coppia. Età media, 80 anni. Sembravo la nipotina. Andammo al Tor di Valle, all’ippodromo. E il “preside” fece società con me. Riuscimmo a farci un piccolo gruzzolo di vecchie lire».
• Altri imputati eccellenti: Pier Francesco Pacini Battaglia (scandalo delle ferrovie, assolto), Sergio Cragnotti (crack Cirio, patrocinio abbandonato dopo quattro anni ), Francesco Totti (sputo all’Europeo 2004, squalifica ridotta) ecc. Nel giugno 2007 si è occupata della separazione di Gianfranco Fini dalla moglie Daniela Di Sotto. Nel 2008 tra le altre cose ha difeso Clementina Forleo (vedi) nell’azione disciplinare riguardante la richesta di utilizzo di alcune intercettazioni telefoniche nel caso Unipol/Bnl e ha assunto la difesa di Raffaele Sollecito (vedi), indagato per l’omicidio di Meredith Kercher.
• «La prima cosa che dico ai miei nuovi clienti è: “Le è capitata una disgrazia. Faccia conto che le sia venuto un tumore”».
• Soffre di celiachia, va a messa tutti i giorni e ha imposto le ostie senza glutine. Le piacerebbe portare i capelli lunghi, ma li porta corti perché così va dal parrucchiere ogni due mesi e mezzo per 40 minuti. In primavera gioca a calcetto (ci tiene a segnare e a vincere). Relazioni sociali ridotte al minimo, due volte a settimana e senza mancare mai dal salotto di Maria Angiolillo. «Tutta dedita al lavoro. Innamorata mai? “Ho avuto degli spasimanti”. Dove li ha trovati? In tribunale? Cancellieri? Giudici? Avvocati? “O personale degli aeroporti”. Non potrebbe prendere tutto un po’ più alla leggera? Poco poco? “Sono la donna degli eccessi. Ho adottato la regola del cinque. Vede quelle carte? Bisogna leggerle cinque volte. La prima volta rapidamente, la seconda con attenzione, la terza sottolineando con evidenziatori di colori diversi, la quarta attaccando i post-it, la quinta volta si può dire di conoscerle se un attimo prima di leggere il rigo già lo si sa a memoria”» (Claudio Sabelli Fioretti).
• Suo racconto del giorno in cui Andreotti fu condannato (al secondo grado del processo: al terzo e decisivo fu assolto): «La notte successiva alla sentenza a 24 anni non riuscivo a dormire aspettando che venisse giorno per andare da lui. Quando mi ha vista, alle sei, si è reso conto che stavo malissimo. Mi ha detto: “Giulia, io non posso prendere la condanna da sola e isolarla. Ho avuto tantissimo nella vita. Sono stato il grande potente. Il bilancio totale della mia vita va alla grande”. La cosa più bella che potesse dirmi. Ma poi ho pensato: “E io? Io ho solo 34 anni e una grande sconfitta”».
• Con Michelle Hunziker creò nel 2007 “Doppia difesa”, Fondazione per aiutare le donne vittime di abusi.
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Biografia di Angela Maraventano
• San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno) 14 settembre 1964. Politico. Nel 2008 eletta al Senato con la Lega. Già vicesindaco a Lampedusa. Candidata dal Carroccio alle Europee 2014, circoscrizione “isole”.
• Figlia di un pescatore morto sulla sua barca, diploma di terza media, prima donna operaio della Forestale nell’isola, proprietaria del ristorante Il Saraceno, «quando la sua amica del cuore le consigliò di scrivere alla Lega Nord (aveva scritto prima a numerosi parlamentari siciliani e nazionali di vari partiti) per segnalare che un lampedusano era morto in ospedale per mancanza di assistenza, le aveva detto che sarebbe stato inutile: “I leghisti? Quelli ai siciliani, ai meridionali, gli tagliano la testa...”. E invece, quando inviò quella lettera al Carroccio, ricevette una risposta. E lei apprezzò quel gesto e da allora è stato un crescendo» (Franco Viviano).
• Sposata con un pompiere, due figli (Francesco e Giorgia).