il Fatto Quotidiano, 17 gennaio 2018
L’università Usa – Trentotto anni di cultura alternativa
Quasi a coronare l’avventurosa vita di Vincenzo Sparagna, fondatore & direttore di Frigidaire, che sembra uscita da un film iperrealista titolato Frigo, abbreviativo usato dalle migliaia di collaboratori e aficionados, l’archivio storico di questa celebre & celebrata contro/rivista è stato di recente acquisito dalla Yale University.
L’interesse da parte dell’università americana nasce dalla volontà di approfondire la conoscenza delle culture cosiddette “alternative” degli ultimi decenni. Secondo gli esperti della Yale, Frigidaire è infatti “la rivista che più ha spinto in avanti queste culture su scala mondiale, fornendone la più ampia, autonoma e intelligente rappresentazione”.
A differenza del sempiterno provincialismo italiano che a fatica e con ritardo si è accorto dell’importanza di Frigo, per lo più limitando la sua attenzione al solo versante fumettistico, gli amici americani hanno apprezzato proprio il nostro approccio originale, quello per il quale la rivista è stata in Italy sistematicamente sottovalutata, perseguita e a volte addirittura sequestrata, subendo processi su processi. Per l’intellighenzia statunitense è invece tra le più significative riviste culturali del mondo. Tanto è vero che proprio a Frigolandia – un piccolo conglomerato di ex fabbricati di una colonia fassista, posto sul cucuzzolo di Giano dell’Umbria – la prestigiosa università del Connecticut ha inviato il professor Kevin Repp, responsabile della Library di Yale, che ha predisposto l’acquisto dell’intera collezione delle nostre pubblicazioni degli ultimi 40 anni: quasi 300 fascicoli di Frigo, le collezioni di Cannibale, Il Male, Frìzzer, Vomito, Tempi Supplementari, Il Lunedì della Repubblica, Casting, La Piccola Unità, Il Nuovo Male, nonché gli Albi, le Enciclopedie, i poster, i libri scritti da noi o su di noi e altri testi inediti, la corrispondenza con i lettori, la rassegna stampa italiana ed estera, foto e immagini non ancora desecretate & chi più ne ha più ne metta.
Ragion per cui da oggi per approfondire le avventure frigidairiane, oltre all’archivio di Frigolandia, i ricercatori potranno rivolgersi anche alla Library di Yale. Un gemellaggio che, oltre a piacerci assai, suggerisce amare considerazioni sulla limitatezza degli ambienti accademici e politici italioti – del resto cosa aspettarci da corpi docenti & politicanti che, per esempio, a 38 anni dalla morte di McLuhan non hanno ancora capito che il medium è il messaggio – i quali corpi, salvo rare eccezioni, sono stati indifferenti o ferocemente ostili nei confronti di questa storica rivista.
Gli esempi non si contano, basti pensare alla cancellazione di Frigidaire dall’elenco delle riviste culturali – con relativo e pesante nocumento economico per il sovrapprezzo della carta, che si dovette alla fine pagare neanche fossimo una rivista pornografica – decretato nel 1985 dalla Commissione Editoria presieduta dall’attuale giudice della Corte Costituzionale, il pensionato d’amianto platinato Giuliano Amato, allora tirapiedi di Craxi Benito, detto Bettino.
Analoghe responsabilità hanno avuto quei giornalai e mezzibusti di regime che ci snobbavano e continuano a farlo, fingendo di ignorare che Frigo, oltre ad essere una straordinaria impresa culturale, è stata la rivista popolare di intere generazioni nutrite a pane & frigidaire. D’altra parte proprio per questo è odiata da tanti politici – alla Guido Bertolaso per capirci – che da sempre tentano invano di annientarci. Ancor oggi gli amministratori demofascistoidi del Comune di Giano dell’Umbria non sanno più cos’altro inventarsi pur di sbatterci fuori da una sede regolarmente affittata, ignorando che godiamo dell’invulnerabilità dei poeti. A tutti questi maldestri malversatori diciamo che la loro infamia, incisa nella nostra memoria, rimarrà da oggi in poi documentata per sempre anche negli archivi della Yale University, Hamden, Connecticut, Usa.