il Fatto Quotidiano, 18 gennaio 2018
Arcore, la rivolta contro il Cerchio Acido di Silvio
Tra di loro, gli aspiranti parlamentari azzurri, lo chiamano “cerchio acido”, per niente magico. Un filtro spietato che circonda l’ex Cavaliere e non gli fa arrivare nulla o quasi delle richieste o delle suppliche che vengono formulate quotidianamente da colonnelli e coordinatori azzurro in ansia per le liste.
È il romanzo cupo, se non nero, delle candidature di Forza Italia, ambientato ad Arcore, la storica residenza di Silvio Berlusconi. Un racconto degno degli intrighi delle corti del basso Medioevo, dove tutti sorridono a tutti per poi finire, i più deboli, accoltellati o avvelenati. In senso politico, ovviamente.
E come in ogni tragedia che si consuma attorno al corpo stanco del Sovrano c’è sempre un dettaglio minore da cui principiare per illuminare la scena. In questo caso, l’ingresso a corte di una nuova dama di compagnia: lady Antonia Postorivo in D’Alì, avvocato calabrese già consulente di ministri forzisti. Postorivo è la moglie del senatore trapanese Antonio D’Alì, indagato e giudicato per mafia e ritenuto “socialmente pericoloso” dall’Antimafia. Ad Arcore, lady Antonia è diventata l’amica inseparabile della Fidanzata Ufficiale di B. alias la napoletana Francesca Pascale. Per conquistare un posto nel suo cuore ha superato finanche la sua avversione per i cani, dal momento che la first lady berlusconiana ne coccola ben otto. La moglie del senatore avrà un seggio? Chissà. In ogni caso la candidatura resterà in famiglia.
Accanto al Sovrano Ottuagenario è sempre più visibile il potere ormai smisurato del Re ombra Niccolò Ghedini, l’avvocato tuttofare di B. nonché senatore uscente. Ghedini è stato soprannominato “Re Leone” dagli invidiosi parvenu aspiranti. Di fatto ha avocato a sé tutti i preziosi dossier regionali con le candidature, nascondendo al padrone di casa problemi, proteste e ogni genere di richieste. Almeno così raccontano, tra amarezza e rabbia, in Forza Italia.
Descritto dalle sue colleghe di partito come “misogino” – l’unica donna a lui gradita era Daniela Santanchè, la Pitonessa che mostrò gli attributi nell’era di un altro cerchio magico – Ghedini mischierebbe affari e lista, facendo incazzare Fedele Confalonieri sul versante dell’azienda e i coordinatori delle regioni su quello politico. Su di lui si addensa poi un incredibile sospetto che suona grottesco ma assicurano essere vero: il sogno di essere il premier incaricato al giro di consultazioni post-elettorale. È un’indiscrezione già riportata dal Fatto ma che diventa più solida con il passare dei giorni. Insieme con Toti, Brunetta e Romani, Ghedini ha teorizzato e promosso l’asse del nord con Matteo Salvini contro il berlusconismo romano di rito andreottiano propugnato dalla “ditta” di Gianni Letta.
Non a caso, Ghedini viene accusato di collaborazionismo con il finto alleato leghista a causa dell’arrendevolezza dimostrata nella ripartizione dei collegi uninominali: “appena” il 45 per cento per Forza Italia contro il 36 per il Carroccio. Un rapporto di pari dignità che alimenta ulteriori sospetti sull’avvocato, colpevole di aver barattato le quote dei seggi in cambio del sostegno salviniano per Palazzo Chigi. Non solo.
Nel solco del “Re Leone” si muove a sua volta l’altra grande protagonista delle giornate di Arcore, l’ex eurodeputata Licia Ronzulli, custode dell’agenda dell’ex Cavaliere. Sponsorizzata da Barbara Berlusconi, la prima dei tre figli di B. e Veronica Lario, e grande amica di Salvini, Ronzulli viene indicata come candidata in ben sei collegi plurinominali. Una cosa mai accaduta nei precedenti cerchi magici.
I maligni le hanno affibbiato due nomignoli cattivi: “l’infermiera”, perché subentrata ad Arcore nella fase convalescente del Berlusconi cardiopatico, e “meteorina”. Quest’ultimo ha un doppio significato. Vale sia per la sua vocazione televisiva, sia per la caducità del ruolo. Nella corte berlusconiana è difficile resistere a lungo, prima o poi c’è il brusco risveglio. Per il momento si gode la sua influenza decisiva sulle liste. Il Sovrano ha 81 anni e tra un lustro ne avrà 86. Chi entra ora ha un giro assicurato, in attesa che in un modo o nell’altro, con Tajani (lettiano) o Ghedini a Palazzo Chigi, Berlusconi venga consegnato alla storia.