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 2018  gennaio 18 Giovedì calendario

Flat tax, pensioni, povertà: il programma di Silvio costa il doppio del previsto

Martedì sera Silvio Berlusconi ha elencato gli “11 punti del programma elettorale del centrodestra”. Ospite del salotto amico di Canale 5 (Matrix), l’ex Cavaliere ha snocciolato una serie impressionante di proposte. Al primo punto – che però fa da base per tutto il resto – c’è la “rivoluzione fiscale”: la flat tax, l’imposta unica per persone e imprese, al 23%. Questa misura finanzierebbe tutte le altre, il cui costo totale “è di 100 miliardi”. Una cifra, come vedremo, forse sottostimata.
Le risorse. Secondo una simulazione del think tank Lavoce.info, una flat tax al 20% aprirebbe un buco nei conti pubblici di 94 miliardi, ma secondo B. la sua si autofinanzierà grazie all’aumento del gettito dovuto al taglio fiscale che spingerà gli evasori a uscire dal sommerso: “Recuperiamo il 30% delle entrate tributarie”, ha spiegato. Cioè 130 miliardi considerando le sole entrate tributarie erariali. Il problema è che questo scenario non si è mai verificato nei Paesi che hanno sperimentato modelli di flat tax studiati dal Fondo monetario internazionale. Secondo B., altre risorse arriverebbero dall’abolizione di detrazioni e deduzioni oggi in vigore, eccetto “le spese mediche, i figli a carico e gli interessi sul mutuo”. Recupererebbe 50 miliardi. Ne mancano 40.
Povertà. B. ha proposto di portare la soglia di incapienza dagli attuali 8 mila a 12 mila euro. Da sola vale quasi 15 miliardi. Ispirandosi alle “imposte negative” di Milton Friedman propone poi che “gli italiani in povertà assoluta e relativa ricevano dallo Stato una somma che gli faccia raggiungere la soglia di incapienza”. Parliamo di 15 milioni di persone. Se il “reddito di dignità” (Berlusconi dixit) fosse calcolato tenendo conto del reddito familiare (come i 780 euro al mese del reddito di cittadinanza dei 5Stelle) il costo sarebbe di circa 20 miliardi. Se invece fosse erogato ai singoli individui – come sembra dire B. – la cifra potrebbe decuplicare.
Pensioni. L’ex premier vuole portare tutte le minime, oggi a circa 500 euro, “a mille euro”. Per le sole integrazioni al minimo servono 10 miliardi. Se si includono anche gli assegni sopra il minimo ma sotto i mille euro, quelli sociali e le invalidità ne servono almeno 20. Berlusconi ha parlato anche di dare “una pensione di 1.000 euro a chi ha lavorato senza essere pagato, le mamme”. Se intende le casalinghe: in Italia sono 7,3 milioni (dati Istat 2015), di cui la metà non ha mai “svolto attività lavorativa”.
Via l’Irap. Berlusconi vuole eliminare l’imposta regionale: “È sbagliata perché le aziende pagano anche se in perdita”. È vero, ma senza la componente lavoro – eliminata dal governo Renzi – il suo gettito è di 30 miliardi. Soldi che vanno interamente a finanziare il servizio sanitario nazionale.
Via il bollo. “Toglieremo quello sulla prima auto, l’auto di lavoro e quella che serve per prendere i figli a scuola”. Non è chiaro come si potrebbe fare. Ci limitiamo a far notare che il gettito è di 6 miliardi.
Eredità.La proposta: “Via l’imposta sulle donazioni e la tassa di successione”. Ma in Italia i patrimoni sotto 1 milione di euro sono già esenti e sugli immobili si paga solo un bollo (il 5% del valore catastale).
Ri-abolizioni. “Aboliremo la tassa sulla prima casa e l’Imu agricola”. Problema: sono già state abolite dal governo Renzi. La prima si paga solo sulle case di lusso: eliminarla costa 100 milioni.
Tirate le somme, le promesse variano ta i 130 e i 200 miliardi.