La Stampa, 18 gennaio 2018
L’Unione europea rivoluziona l’Iva. Più libertà di manovra agli Stati
Dopo 25 anni, l’Unione Europea è pronta a rivoluzionare le regole sull’Iva. Consentendo agli Stati maggiore flessibilità nell’applicazione delle aliquote ridotte, ma al tempo stesso uniformando le disparità di trattamento tra i Paesi. Il che vorrà dire che i governi avranno da un lato più libertà, ma dall’altro meno scuse con i consumatori: non potranno più nascondersi dietro ai vincoli europei.
Il piano verrà svelato questa mattina dal commissario Pierre Moscovici (Affari Economici) e in sostanza ribalta totalmente il concetto che ha retto il sistema in vigore dal 1992, considerato “obsoleto”. A oggi Bruxelles fissa un elenco ben preciso di categorie di prodotti sui quali può essere applicata l’Iva ridotta. Solo su quelli. Varia da Paese a Paese e spesso ha creato problemi: un esempio su tutti la battaglia italiana per poter portare al 4% l’Iva sugli Ebook. Le nuove regole invece fissano un elenco di beni ai quali dovrà andare tassativamente applicata l’aliquota massima, ma lasciano totale libertà di movimento nella scelta dei prodotti su cui applicare quella ridotta.
La distinzione sulle auto
Nella lista proposta dalla Commissione figurano, per esempio, gli alcolici e il tabacco, il gioco d’azzardo, i carburanti, i servizi finanziari, gli smartphone e i prodotti come tv e registratori. Ci sono anche le automobili, ma l’esecutivo punta a fare una distinzione: aliquota massima per quelle a diesel o benzina, possibilità di vendere con aliquota ridotta quelle ibride o elettriche. La lista – spiegano fonti Ue – potrà essere corretta dai governi (e le possibilità che ciò accada sono altissime), visto che il provvedimento dovrà ottenere nei prossimi mesi il via libera del Consiglio (l’Europarlamento potrà esprimere solo un parere). Ma il piano non nasce certo negli uffici del Palazzo Berlaymont: per definirne i dettagli, sono stati consultati gli esperti delle amministrazioni tributarie degli Stati membri dell’Ue sono stati raccolti suggerimenti attraverso una consultazione pubblica avviata lo scorso anno.
Le regole in vigore
Il sistema attuale dice che l’aliquota massima deve essere superiore al 15% (in Italia è al 22%) e questo punto non verrà modificato. Ciò che cambierà è il regime per le aliquote ridotte: oggi è possibile applicarne una sola pari almeno al 5% (in Italia è il 10%) per un determinato elenco di prodotti. Alcuni Stati, inoltre, hanno una deroga e possono mantenerne altre ulteriormente ridotte e l’Italia è uno di questi (con l’aliquota al 4%).
Le nuove aliquote
Oggi Bruxelles proporrà invece di affiancare all’aliquota ordinaria (almeno il 15%) fino a quattro diverse aliquote. Ce ne potranno essere due diverse nella fascia che va dal 5% al livello scelto per l’aliquota ordinaria. Una tra lo 0% e il 5% e infine un’area di esenzione con aliquota pari a zero. Per i governi ci sarà un solo vincolo da rispettare (oltre all’elenco di prodotti definiti a livello Ue per l’aliquota massima): il tasso medio ponderato non dovrà essere inferiore al 12%. Teoricamente, per l’Italia potrebbe cambiare poco o nulla. Ma certamente il governo avrà maggiori margini di manovra per decidere – eventualmente – se ridurre l’Iva su determinati prodotti non inclusi nell’elenco oppure se inserire nuove aliquote. Il tutto a beneficio dei consumatori.
Meno burocrazia
Nel pacchetto che sarà lanciato oggi ci saranno anche misure che puntano a ridurre i costi per le aziende che fanno affari transfrontalieri: secondo i calcoli della Commissione devono pagare l’11% in più rispetto a quelle con attività esclusivamente domestica. Sarà prevista un’esenzione dall’Iva per le vendite effettuate da imprese con fatturato inferiore ai 100 mila euro annui che operano in più Stati, liberandole inoltre da una serie di obblighi burocratici e contabili. Il che potrebbe portare a una possibile riduzione del 18% dei costi sostenuti da queste aziende.