la Repubblica, 18 gennaio 2018
Alain Prost: «Per la sua magia raddoppierei il Gp di Roma»
MARRAKESH Raddoppiare il Gran Premio di Roma. È questa l’ultima idea di Alain Prost, e di molti altri tra piloti, ingegneri e addetti al marketing della Formula E, la serie completamente elettrica voluta da Jean Todt che sabato 14 aprile andrà in pista sulle strade dell’Eur. Il tre volte campione del mondo di F1, oggi team principal della Renault, lo dice chiaramente: «Fare una gara a Roma anche domenica 15 sarebbe grandioso». Tutto nasce dalla decisione del nuovo sindaco di Montreal, Valerie Plante, di annullare le due gare finali del campionato previste in Canada il 28 e 29 luglio. «La nuova amministrazione non condivide la scelta della precedente», ha spiegato Plante. La Formula E si trova così a dover rimpiazzare in fretta e furia i due “slot” lasciati liberi dal Canada, prima del gran finale che, a questo punto, sarà a New York. Ma in così poco tempo è molto complesso organizzare da zero un E-prix. La cosa più semplice è dunque quella di fare due gare in quelle città in cui il programma originario ne prevedeva una sola. Come, ad esempio, Berlino. E come Roma.
Del resto la risposta dei tifosi italiani è stata sin qui eccellente. I biglietti, circa diecimila, sono sold out e l’organizzazione sta cercando il modo di creare nuovi spazi per consentire ai romani una partecipazione maggiore.
Problema che verrebbe risolto nel caso in cui si decidesse – ovviamente d’accordo col Comune – di estendere il programma e correre una seconda gara anche domenica 15 aprile.
«Sarebbe perfetto – spiega Prost – Roma è la città ideale».Perché?
«Guardi, io in generale non sono favorevole alla doppia gara nel singolo fine settimana. La gente vuole sapere chi è che ha vinto un Gp, chi è l’eroe. E non puoi dirgli che ha vinto sia Questo e sia Quello. Non possono esserci due eroi».
Però?
«Però Roma vale bene un’eccezione. Vede, la Formula E è uno sport nuovo, è bello, credibile, tecnologico, pieno di giovani fans e ospitato da città grandiose. Anche se la gente si deve ancora abituare del tutto ad alcune caratteristiche.
Come il rumore».
In effetti le macchine fanno un rumore più da Guerre Stellari che da corsa di auto.
«È solo una questione di abitudine.
Mi creda. E Roma è cruciale da questo punto di vista. Perché gli italiani, tra i tifosi, sono i peggiori di tutti (ride, ndr). Sono appassionatissimi di motori e adorano sentire il rombo assordante. Quando tre anni fa lanciammo in F1 il nuovo motore ibrido, mi ricordo di tifosi che andavano a vedere la Gp2 per “rifarsi” le orecchie… Ecco, se riuscissimo a coinvolgere un pubblico così esigente come quello italiano sarebbe un trionfo».
Gli organizzatori pensano che sia praticamente impossibile raddoppiare Roma, temono di spezzare il delicato equilibrio che si è venuto a creare con il quartiere e il Comune… «Questi sono discorsi che occorre fare con loro. Io dico solo che sarebbe una scelta ottima».
Cosa manca alla Formula E per diventare come la Formula 1?
«Diventare come la F1 non è l’obbiettivo della Fe. Non in questa fase. La serie è nata poco più di tre anni fa ed ha già ottenuto risultati super: è conosciuta in tutto il mondo, ha ottimi piloti, ha moltissimi sponsor alcuni dei quali pescati in un bacino estraneo al motorsport, ha coinvolto quasi tutti i grandi costruttori di auto del mondo, e ha moltissimi fans. Ma paragonarla alla F1, uno sport che esiste da 60 anni è ingiusto».
L’impressione è che manchi un po’ di passione.
«È il discorso che facevamo prima. È tutto nuovo. Occorre abituarsi, coinvolgere un certo tipo di pubblico. Per questo il successo di Roma è fondamentale».
Il prossimo anno il gruppo Renault-Nissan dividerà il proprio impegno nel motorsport. Nissan in Fe, Renault in F1. Lei cosa farà?
«La mia storia è chiara. Io sono uomo Renault, quindi starò soprattutto in F1. Però non abbandonerò la squadra di Formula E (anche perché ci corre il figlio, Nico, ndr)».
In F1 la Renault, dopo l’ “acquisto” di Budkowski dalla Fia, promette bene per la prossima stagione.
«La gente quella mossa non l’ha capita. Noi abbiamo preso Marcin non perché conoscesse i segreti delle altre squadre. In Formula 1 non puoi “rubare” qua e là le idee, non funziona. Noi l’abbiamo preso perché speriamo ci aiuti a migliorare l’organizzazione. Per questo non è stato un problema quando ci hanno chiesto di tenerlo fermo un po’ più a lungo… Comunque, sì, la stagione promette bene, anche se non sappiamo come sono messi gli altri. Noi saremo certamente migliori dello scorso anno».
Recentemente in una intervista a Repubblica, Bernie Ecclestone ha spiegato che la Ferrari negli anni è sempre stata aiutata dalla Fia e dalla Fom. Lei che, nel caso, sarebbe testimone oculare, conferma?
«La Ferrari è importante per la F1.
Lo sappiamo tutti. Ma c’è sempre un limite… Non voglio dire di più.
Come si dice: La F1 ha bisogno della Ferrari e la Ferrari della F1».
Quindi lei non crede, ad esempio, che Maranello possa davvero lasciare il Circus come sta minacciando Marchionne…
«La verità è che se stai lì è perché hai bisogno di stare lì, non prendiamoci in giro. La F1 non è solo sport è anche una piattaforma di marketing. Come del resto anche la Fe».