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 2018  gennaio 18 Giovedì calendario

Uso politico degli investimenti: la Bce inchioda le Landesbank

Quante volte l’ex ministro delle finanze tedesco, Wolfgang Schauble, l’ha ribadito: è necessario porre dei limiti ai titoli di Stato acquistati dalle banche. Lui ha sempre pensato a quelle italiane, che detengono 359 miliardi di BTp. Mai, però, si è sentito qualcuno alzare un dito contro un’anomalia tutta tedesca: l’utilizzo politico dei titoli di Stato Regionali (debiti emessi dai Land) da parte delle banche locali, le Landesbank e le Sparkasse. Uno studio pubblicato in questi giorni dalla Bce, a firma dell’economista Alexander Popov, ha alzato questo velo: ha svelato per la prima volta che le banche locali tedesche tendono ad aumentare del 42% l’esposizione sui titoli di Stato Regionali dopo le elezioni, ma solo se a vincere è il partito che prima si trovava in minoranza. Insomma: le Landesbank e le Sparkasse acquistano titoli dei Land «per fare lobby». Per «aprire un canale di comunicazione con la nuova maggioranza di Governo». Usano il loro bilancio per fini squisitamente politici. «Per questo motivo – sostiene l’economista della Bce – sarebbe auspicabile maggiore attenzione da parte delle Autorità di vigilanza».
I risultati di questo studio fanno a pugni con le pressioni tedesche affinché le banche europee riducano i titoli di Stato nei bilanci. L’idea di limitarli o di prevedere accantonamenti di capitale specifici gira da tempo in Europa e nel Comitato di Basilea, anche se per ora non è davvero all’ordine del giorno. Mentre predicano su questo fronte, però, i politici tedeschi (che controllano le Landesbank e le Sparkasse) razzolano in maniera diametralmente opposta nelle loro banche locali e regionali. È vero che l’esposizione generale delle banche tedesche sui titoli pubblici nazionali (federali e locali) è ben più bassa di quella degli istituti creditizi italiani, ma i dati dimostrano che le Landesbanken e le Spakasse hanno un “amore” quasi incestuoso per i bond del loro Land di riferimento. Complessivamente ne detengono 25 miliardi di euro: cifra in termini assoluti contenuta, ma pur sempre 10 volte superiore ai titoli di Stato federali (i Bund) nei loro stessi bilanci. Non sono dunque i numeri in sé a creare il problema, quanto i motivi per cui questi titoli Regionali e municipali vengono accumulati nei bilanci. Motivi che suggeriscono qualche domanda: a cosa servono le banche locali? A finanziare l’economia del territorio oppure a fare favori politici al Governo regionale o municipale di turno?
Le Landesbank e le Sparkasse, che sfuggono alla vigilanza della Bce ma restano sotto il cappello delle autorità tedesche, sono a tutti gli effetti banche controllate dalla politica. In queste istituzioni è normale vedere il sindaco o il politico di turno sedere nel consiglio di sorveglianza. Dunque un legame con il Governo locale è ovvio. Il problema è se la presenza politica in questi istituti di credito non si limita semplicemente a indirizzare la strategia della banca per sostenere il territorio di riferimento (come dovrebbe essere), ma anche a fare una pura azione di lobby. A fare gli interessi della politica, non dei cittadini. O ad accreditarsi nei confronti di una nuova maggioranza di Governo emersa dopo le elezioni. Minando la stabilità stessa di queste banche, che rappresentano tutte insieme un terzo dell’intero sistema creditizio tedesco.
Questo è il problema: l’uso politico degli investimenti rischia – secondo lo studio pubblicato dalla Bce – di diventare un boomerang per le banche e per l’economia locale. In tre modi. Uno: più titoli di Stato locali detengono, più aumenta il rischio di circolo vizioso qualora qualche Land andasse sotto stress finanziario. Questo è un tema poco percepito in Germania, dove lo Stato è molto solido, ma è esattamente l’argomentazione usata dall’ex ministro Schauble per costringere le banche italiane a ridurre i BTp nei bilanci. Due: l’aumento degli investimenti in titoli pubblici spinge gli istituti a ridurre l’erogazione di credito nel territorio. Dunque la banca alla fine fa l’esatto opposto di ciò che i politici dovrebbero volere: cioè il sostegno dell’economia locale. Tre: eccessivi legami tra politica e banche si traduce solitamente in un costo sociale.
La fortuna della Germania è che lo Stato è talmente forte e l’economia gira talmente a pieni giri che tutte le contraddizioni interne non emergono mai. Ma nonostante questo le Landesbank e le Sparkasse hanno comunque bilanci molto fragili. Questo lo studio della Bce non lo dice, ma i dati raccolti negli ultimi anni da R&S Mediobanca parlano chiaro. I loro problemi emersero già dopo la crisi del 2007-2008, in seguito al crack di Lehman Brothers. Furono velocemente risolti con aiuti pubblici: i Land iniettarono nelle Landesbank 27 miliardi in aumenti di capitale e lo Stato concesse garanzie per 96 miliardi. Una rete di salvataggio pubblica da 123 miliardi per queste banche, che però hanno ancora oggi bilanci deboli: la forza patrimoniale è bassa rispetto a quella dei concorrenti europei e la redditività contenuta. Lo studio pubblicato dalla Bce fa intuire anche il motivo: troppi interessi politici. Non che nelle piccole banche italiane o di altri Paesi non ci siano. La differenza è che altrove sono esplosi, in Germania no.
.@MoryaLongo