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 2018  gennaio 17 Mercoledì calendario

Alla Scozia la hard Brexit costerebbe l’8,5% del Pil

Brexit costa cara alla Scozia: secondo un nuovo rapporto l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea causerà gravi danni all’economia scozzese e potrebbe avere un impatto negativo di quasi 13 miliardi di sterline da qui al 2030.
Lo studio, commissionato dall’Snp, il partito nazionalista scozzese al governo a Edimburgo, prevede che una “hard Brexit”, un’uscita senza un accordo commerciale con la Ue, costerebbe 12,7 miliardi di sterline entro il 2030, pari all’8,5% del Pil e a 2.263 sterline pro capite in meno all’anno. Nel caso di un’uscita dalla Ue con un accordo simile a quello siglato tra Bruxelles e il Canada, il costo per l’economia scozzese sarebbe invece di 9 miliardi di sterline, pari al 6,1% del Pil o 1.610 sterline annue pro capite. La terza ipotesi, quella di restare fuori dalla Ue ma di fatto nel mercato unico come la Norvegia, ridurrebbe l’impatto a 4 miliardi di sterline, il 2,7% del Pil o 688 sterline annue a testa, secondo il rapporto.
Restare nella Ue invece porterebbe nel lungo termine a una crescita del 2,4% dell’economia britannica grazie all’integrazione progressiva del mercato unico nei settori dei servizi, della tecnologia e dell’energia. La crescita avrebbe pertanto un valore di 3,6 miliardi per l’economia scozzese.
«L’Snp è convinto che la cosa migliore per la Gran Bretagna e per la Scozia sarebbe restare nella Ue, ma se non è possibile allora è assolutamente essenziale restare almeno nel mercato unico, – ha dichiarato la premier scozzese Nicola Sturgeon. – Questa sarebbe evidentemente e senza alcun dubbio l’opzione che farebbe meno danni alla nostra economia».
La premier punta a creare un’alleanza strategica tra partiti all’opposizione, come l’Snp, i liberaldemocratici, i laburisti e i verdi, e i molti deputati conservatori contrari a una hard Brexit e favorevoli a mantenere stretti rapporti con la Ue con l’obiettivo di contrastare i sostenitori di Brexit al Governo. 
«Sono convinta che a Westminster ci sia una maggioranza a favore di restare nel mercato unico», ha detto la Sturgeon. L’ostacolo principale è il leader laburista Jeremy Corbyn, che ha una posizione ambivalente verso la Ue e che insiste che «per restare nel mercato unico bisogna restare nella Ue». La premier scozzese ha detto che «Corbyn fa del suo meglio per confondere le acque, ma le pressioni interne al partito laburista porteranno al cambiamento».
Lo scorso anno la Sturgeon aveva dichiarato che la Scozia avrebbe cercato di negoziare un accordo separato direttamente con Bruxelles per restare nel mercato unico nel caso l’Inghilterra, il Galles e l’Irlanda del Nord – gli altri Stati del Regno Unito – avessero optato per una hard Brexit. La premier ha poi cambiato strategia dopo che diversi sondaggi di opinione hanno mostrato che due terzi degli scozzesi sono contrari a questa opzione e preferiscono avere regole uniche in tutta la Gran Bretagna.