Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2018  gennaio 17 Mercoledì calendario

Le donne dormono (e sognano) più degli uomini

ROMA Le donne sognano di più degli uomini, dormono di più e in genere hanno una qualità del sonno migliore in un arco ininterrotto che va da dall’adolescenza alla vecchiaia, rimanendo sempre leggermente sopra alle sette ore di sonno, mentre le sette ore di sonno che gli uomini godono nell’adolescenza subiscono un calo progressivo fino a meno di sei ore dopo gli 80 anni. È il verdetto dei braccialetti traccia-sonno che, sempre più diffusi, stanno aiutando i ricercatori ad accumulare quantità di dati impossibili da raccogliere in passato. Sono dati che per la prima volta si fanno strada anche nell’accademia, fino a oggi scettica sull’attendibilità degli sleep tracker da polso: un nuovo studio pubblicato su Cell Biology dal cronobiologo Till Roenneberg dell’Università Ludwig-Maximilian di Monaco, infatti, oltre a mostrare il miglior rapporto delle donne col sonno su un campione di 573 soggetti il cui sonno è stato tracciato per 16mila notti, descrive un nuovo sistema di interpretazione dei dati raccolti dai braccialetti, basato sui periodi di immobilità, che dona loro un’attendibilità non troppo inferiore a quella dei classici “laboratori del sonno” degli ospedali, i centri di polisonnografia. «I braccialetti ci permettono oggi di analizzare il sonno in contesti più naturali, come le nostre case» spiega Roenneberg a Repubblica. «E consentono analisi su periodi lunghi, di tre-sei mesi almeno, mentre nessuno passa più di una notte attaccato agli elettrodi nel laboratorio di polisonnografia».
I grafici del nuovo studio concordano per molti versi con la prima vera applicazione dei Big Data allo studio del sonno: una ricerca del produttore di smart tracker Fitbit che, aggregando i dati resi anonimi di circa oltre sei milioni di utenti, mostra come tra i 20 e i 50 anni le donne dormano in media 30 minuti in più degli uomini. Un gap che tra i 50 e 55 anni si assottiglia e scende a 20 minuti intorno ai 60 anni. Su tutto l’arco della vita – sempre secondo Fitbit – le donne dormirebbero 24 minuti in più per notte.
«Il divario sorge nell’adolescenza come fenomeno biologico: riguarda fattori come la produzione di melatonina e anche la temperatura corporea ed è probabilmente legato agli ormoni. È per ragioni più biologiche che di altro tipo che i maschi tendono ad andare a dormire anche due ore più tardi delle coetanee, dovendo poi svegliarsi alla stessa ora per la scuola» spiega il sonnologo Ugo Faraguna, docente di fisiologia all’Università di Pisa. «Questo può influire anche sull’inferiore produttività e maggiore irritabilità dei maschi durante le prime due ore di scuola. Studi americani mostrano che spostando di qualche ora la campanella d’ingresso, i risultati scolastici migliorano. Proprio quest’anno è iniziata la prima sperimentazione italiana di ingresso alle 10, presso l’Istituto Majorana di Brindisi». Usciti dall’adolescenza, i maschi diventano meno tiratardi, ma continuano a dormire di meno e ciò diventa evidente soprattutto da anziani: «Anche perché varie patologie che che possono disturbare il sonno sono a maggiore incidenza maschile» osserva Faraguna. «Ad esempio gli eventi cardiovascolari e le insufficienze venose. Così come le apnee notturne, facilitate nell’uomo dalle dimensioni relative della laringe». Ecco perché gli uomini sono meno sognatori delle donne: «Siccome sogniamo in tutte le fasi del sonno, le donne, dormendo di più, sognano di più».
Ma i problemi del sonno possono avere anche una psicologica: «Ormai diversi studi mostrano che pensare di aver dormito poco o male porta ad avere sintomi di sonnolenza diurna anche in chi in realtà ha avuto un sonno sufficiente» osserva Faraguna. «A volte è sufficiente che il sonnologo convinca il paziente che il suo sonno è normale, perché i sintomi spariscano. E i braccialetti possono rivelarsi utili a questo scopo: per rassicurare, anche una misura non ultraprecisa può andar bene. E la mera presenza del braccialetto, al di là dei dati, è una specie di Grillo Parlante che dissuade dalle notti bianche».