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 2018  gennaio 17 Mercoledì calendario

La depressione e l’ultimo tweet. I tormenti di Dolores O’Riordan

«Bye bye Gio. We’re off to Ireland» (Ciao Gio. Andiamo in Irlanda). È l’ultimo tweet di Dolores O’Riordan. Sono le 16.40 del 3 gennaio. Doveva tornare a casa. A casa è tornata, poi è anche andata a Londra. Dove il 15 gennaio, la frontwoman della band irlandese The Cranberries, 46 anni, ha detto addio alla vita. Quella foto su tweeter ora, a guardarla bene, sembra foriera di tristezze infinite. O forse sono solo i nostri occhi a essere di una tristezza infinita. Ha un viso stanco, un cappuccio tirato su quasi da timida adolescente, ha un gatto abbracciato a sé. Ora i fan di tutto il mondo la osservano e commentano. Increduli, disperati, ansiosi di sapere perché. 
La polizia di Westminster fa sapere di essere stata chiamata da un albergo a Londra su Park Lane alle 9.05 del mattino (di lunedì, ndr ). Prima la classifica come morte «non spiegabile», poi fa retromarcia e Scotland Yard parla di morte «non sospetta». Al momento tutte le cause sono possibili e ci vorranno settimane per avere i risultati di un eventuale esame tossicologico. Per adesso è il mondo intero a cercare nella sua anima le cause della morte.
Gli amici hanno dichiarato a siti e tabloid britannici che nelle ultime settimane la cantante era «terribilmente depressa». Una situazione con cui purtroppo Dolores conviveva da tempo. Lei stessa aveva parlato di problemi di alcol e disturbi alimentari. Anche se, solo poche ore prima di morire, O’Riordan avrebbe lasciato un messaggio vocale all’amico di vecchia data Dan Waite. Poco dopo mezzanotte, secondo «People», la cantante dei Cranberries ha detto a Waite – con cui avrebbe dovuto incontrarsi proprio il 15 gennaio – che non vedeva l’ora di incidere le voci per le registrazioni in corso a Londra. «È sembrata piena di vita – ha fatto sapere l’uomo – abbiamo scherzato e mi ha detto che era felice di vedere me e mia moglie in quei giorni». 
E questa alternanza di abisso ed eccitazione aveva un nome preciso: disturbo bipolare. Nel novembre del 2014,su un aereo, Dolores aggredisce una hostess e un agente di polizia. Si va a processo e proprio durante la causa si parla ufficialmente di «malattia mentale»: Dolores è affetta da un disturbo bipolare. Trascorre tre settimane in un ospedale psichiatrico. 
Il suo dolore in realtà ha radici molto lontane: da bambina, tra gli 8 e i 12 anni, viene abusata da un amico di famiglia. Nel 2013, ne parla perfino in tv per provare a liberarsi da quei demoni. Rivela: «Ero solo una bambina e quando hai delle figlie diventa ancora più difficile perché rivivi i flashback quando sei con loro e le guardi. Ti chiedi come sia possibile trarre soddisfazione in qualche modo». 
Nel 2011 muore suo padre. Dolores al funerale rivede il «mostro» che le si avvicina e le chiede scusa. Lei pensa di aver chiuso per sempre quell’orribile capitolo della sua vita. Non è così. Arriva a tentare il suicidio nel 2013. A Barry Egan, del Belfast Telegraph, confida: «Ho cercato di andare in overdose. Se sono ancora qui suppongo che sia per i miei tre figli». Già, i suoi tre amatissimi figli: Taylor Baxter 20 anni; Molly Leigh quasi 17 anni, e Dakota Rain 12 anni. Avuti da Don Burton, il tour manager dei Duran Duran, sposato nel ‘94 e dal quale si è separata vent’anni dopo, nel 2014. Il 26 dicembre scrive un tweet : «Heading to YYZ to see my babies!! Happy new year everyone!» (Verso l’areoporto di Toronto per vedere i miei bambini!! Buon anno a tutti). A leggerlo così sembra solo il tweet di una mamma felice che raggiunge i suoi figli (in Canada, dove con l’ex marito aveva un cottage e condividevano molte vacanze) per passare le feste, tutti insieme.