Corriere della Sera, 17 gennaio 2018
Inflazione avanti piano, si ferma all’1,2%. Ma la verdura su dell’11%
ROMA I prezzi ricominciano lentamente a salire, e se un’inflazione un po’ più alta fa bene a tutta l’economia, i dati Istat del 2017 confermano che le tensioni sui prezzi pesano di più sulle famiglie povere che su quelle ricche. Nel 2017 i prezzi al consumo sono saliti in media dell’1,2%, dopo la discesa dello 0,1% nel 2016. Per le famiglie con minore capacità di spesa, avverte però l’Istat, la variazione dei prezzi è stata un po’ più alta, pari all’1,4%.
Il mese di dicembre ha fatto segnare un’inflazione in aumento di 0,4 punti sul mese precedente ed un tasso tendenziale dello 0,9%, lo stesso valore già registrato a novembre. Il quadro generale, avverte l’Istat, è però di «leggera ripresa» dell’inflazione.
A incidere sulla crescita media dell’1,2% del 2017 sono stati gli aumenti nel settore del trasporti (+3,4%) e dei prodotti alimentari (+1,9%), in forte accelerazione rispetto al più 0,2% del 2016. Secondo la Coldiretti i prezzi medi della verdura, nel corso dell’anno, sono aumentati addirittura dell’11,1% e quelli della frutta del 5,8% a causa della siccità (effetti destinati a sentirsi anche in questo 2018).
Rispetto al 2016 rallenta invece la crescita dei prezzi di alcolici, tabacchi, abbigliamento, calzature, ricreazione e cultura, servizi sanitari e spese per la salute. Ma soprattutto continuano a diminuire i prezzi delle comunicazioni, meno 2,3% nel 2017 dopo un calo dello 0,3% nel 2016.
Su base annua la crescita dei prezzi dei beni si riduce all’1,1% dall’1,3% di novembre, mentre quella dei prezzi dei servizi accelera dallo 0,5 allo 0,6%. L’indice armonizzato dei prezzi sale dell’1% annuo.