Corriere della Sera, 17 gennaio 2018
Váradi, l’ungherese di Wizz Air che vuole comprare Alitalia
Roma Il primo volo è stato nel 2004. Partenza da Katovice (Polonia) destinazione Budapest. Il sogno di József Váradi poteva diventare realtà. Creare una low cost ungherese che potesse essere un punto di riferimento per il mercato aereo del Centro e dell’Est Europa. Tredici anni dopo, milioni di ore di volo e di passeggeri all’attivo, la Wizz Air entra nella gara per l’acquisizione di Alitalia. La compagnia ungherese è stata una delle pretendenti che lo scorso autunno ha presentato un’offerta per l’acquisto. Una sua eventuale vittoria ribalterebbe i ruoli. Nel 1993 fu infatti Alitalia ad acquisire il controllo congiunto della Malev, l’allora compagnia di bandiera ungherese poi fallita nel 2012.
Il signor Váradi, fondatore e amministratore delegato di Wizz Air, lavorava proprio nella Malev quando poi la lasciò nel 2003 per creare con altri 5 esperti del settore la nuova low cost. Tra loro anche mister William Franke, uomo d’affari statunitense con il pallino per gli aerei e che di Wizz Air è il presidente fin dall’inizio. Franke per le low cost ha una vera e propria passione. Tanto da aver creato Indigo Partners, fondo di private equity e venture capital che nel portafoglio conta 4 compagnie low cost: l’americana Frontier Airlines e la cilena Jetsmart di cui è proprietario al 100%, la messicana Volaris, e la Wizz Air di cui detiene il 20,9%. Neanche un mese fa Indigo ha annunciato l’acquisto di 430 nuovi aerei da Airbus: 146 di questi sono destinati a Wizz Air.
Inizialmente, la compagnia aveva anche un ramo bulgaro e ucraino, ma le due low cost sono state chiuse nel 2011 e nel 2015. Il 2015 però è anche l’anno della quotazione alla Borsa di Londra.
«Diventeremo la low cost numero uno in Europa», promette Váradi. Intanto si «accontenta» del secondo posto, appena dietro l’irlandese Ryanair, con 28 milioni di passeggeri che nel 2017 hanno scelto gli aerei fucsia e bianchi e una crescita a doppia cifra in un solo anno: +24,1%. Ma agli ungheresi non basta. Lo dimostra l’allargamento della flotta che oggi conta 87 velivoli e punta ad arrivare a 256 entro il 2026. «Con aerei sempre più tecnologici – dice Váradi – i costi di gestione si abbasseranno sempre di più e noi riusciremo a fare di Wizz Air la low cost meno costosa e con le tariffe più basse d’Europa».
L’Est Europa resta la destinazione principale, con Polonia, Romania e Ungheria i mercati preferiti. Ma è stata appena annunciata l’apertura di una nuova base a Vienna, con 17 rotte verso tutta Europa. «Wizz Air – scrive la compagnia – è alla costante ricerca di opportunità per espandere la sua rete di destinazioni» Sono 147 le città raggiunte dalla low cost. E molte sono in Italia. Roma, naturalmente. Ma anche Bari, Alghero, Bologna, Pisa, Treviso, Verona. E il fallimento di Air Berlin e Monarch ad esempio si trasforma in spazi liberi da occupare. Così presto Wizz Air sbarcherà anche a Londra, allo scalo di Luton, dove fino a poco fa c’era la britannica Monarch.