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 2018  gennaio 16 Martedì calendario

Nell’arena con diretta e sponsor così il videogame diventa sport

Chissà come si sono sentiti i primi giornalisti che hanno visto le partite della Serie A o dell’Nba. Chissà se hanno avuto gli stessi dubbi ed emozione che oggi si provano a guardare la Overwatch League, un campionato professionistico di videogiochi che ha aperto i battenti l’11 gennaio a Los Angeles. Che il mondo dei videogiochi competitivi sia in espansione non lo scopriamo oggi, ma ciò che Blizzard sta cercando di fare con Overwatch League ha del rivoluzionario. Immaginate un torneo strutturato, con squadre legate alle varie città, playoff, all-star game, commento in diretta, sponsor altisonanti, merchandising e un’arena piena di schermi a led e tifosi che fanno cori, vestono i colori dei propri beniamini e alzano cartelli. Immaginate qualcosa che oggi potrebbe sembrarvi un oggetto misterioso, ma che potrebbe diventare l’intrattenimento del futuro.
Il gioco
Il gioco è ambientato nel 2070, e immagina un gruppo di robot senzienti all’attacco degli umani: a guardiani della pace viene eletta una squadra di «Overwatch» appunto, composta dai migliori soldati del mondo, oltre che da persone dotate di abilità particolari, alcune specializzate nell’attacco, altre nella difesa o nel curare i compagni. Le due squadre, di 6 giocatori ciascuno, si dividono in Attaccanti e Difensori. Sul campo di gioco si individuano punti critici su cui i Difensori dovranno mantenere il dominio e resistere agli assalti degli Attaccanti. Chi vince quattro mappe si porta a casa il set, chi vince quattro set vince la partita.
Le squadre
Overwatch League prevede la creazione di varie squadre sparse per il mondo, legate alle città più importanti. Per il momento sono 12 e si chiamano London Spitfire, Seoul Dynasty, Philadelphia Fusion, Florida Mayhem, Houston Outlaws, Shanghai Dragons. Dallas Fuel, Los Angeles Gladiators, Los Angeles Valiant, San Francisco Shock, Boston Uprising, New York Excelsior- Alle spalle di questi nomi altisonanti ci sono investitori che hanno visto negli e-sport il cambiamento di abitudini, costumi e passioni del pubblico più giovane. Tra questi troviamo Kraft, Legendary Pictures, ComCast, proprietari di squadre di baseball o football e nomi storici come la star del basket Shaquille O’Neal. Anche se non è stata diffusa alcuna cifra, pare che il costo per formare una squadra fosse di 20 milioni di dollari, tanto per capire il giro d’affari previsto.
I soldi
Ogni giocatore riceve un minimo di 50.000 dollari per tutta la stagione, ma in alcuni casi c’è stato chi ha negoziato contratti ben più alti come Jay «sinatraa» Won, giocatore americano di appena 17 anni che si è aggiudicato 150.000 dollari di ingaggio più il 50% dei bonus di squadra. Oltre a questi soldi bisogna anche considerare gli eventuali premi in caso di piazzamento nelle varie fasi del campionato. La squadra che vincerà il playoff si aggiudicherà un milione di dollari, con un montepremi totale di 3,5 milioni di dollari da dividere in base al posizionamento finale.
Il progetto
Overwatch League è un progetto decisamente ambizioso, visto che si tratta di creare da zero un pubblico, uno sport e una «epica sportiva» che sappia durare per anni. Per adesso tutto è concentrato in una arena di Los Angeles ma l’obiettivo a lungo termine è che ogni squadra abbia la sua arena cittadina per incontri in casa e fuori. Per rendere possibile tutto questo è stato creato un team di commentatori di altissimo livello, in grado di trasmettere al pubblico tutto l’entusiasmo per ciò che sta succedendo sullo schermo, nonostante Overwatch non sia il titolo più leggibile nel panorama degli e-sport. Alle spalle c’è anche una regia avanzatissima in cui ogni giocatore viene seguito in modo da capire subito se sta facendo qualcosa degno di replay immediato o se concentrare su di lui le attenzioni della telecamera.
La Overwatch Arena di Los Angeles, dove seguire in diretta le partite, ha fatto registrare il tutto esaurito per i suoi 450 posti, mentre online la giornata inaugurale è stata seguita da più di 400.000 persone in streaming, senza contare il pubblico del Sud-Est asiatico e quelli connessi tramite app. Di sicuro se c’è qualcuno che ha i mezzi per riuscire in questa impresa quella è Blizzard che, forte di una liquidità abbastanza ampia e di una grande esperienza nel campo, ha tutte le carte in regola per creare qualcosa che fra qualche anno potrebbe rivaleggiare come pubblico e giro d’affari col grande calcio mondiale.